Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film
Il divo tormenta tutti con i suoi umori e colpi di testa, e il film fa una gran fatica a procedere. Quasi quasi è meglio avere un sosia pronto che si presenti sul set al posto suo, quando lui pianta uno dei suoi capricci.
E' un film esile, ma diretto con quel tanto che basta e interpretato da bravi attori, che alla fine i conti tornano. Guardando queste commedie italiane di tanti anni fa, si ha la sensazione di una precisione usata dagli attori che oggi sembra non si pratichi più. E poi queste pellicole godono di quel tono ironico e lievemente umoristico, che mai scivola nella buffonata o nella comicità di grana grossa. Insomma, si sorride o si ride un po', e questo per me è molto piacevole.
La trama è ambientata sul set di un film, la cui lavorazione è naturalmente difficile e piena d'intoppi. Questo è uno spunto per rappresentare con ironia un po' tutte le figure coinvolte: il regista, il produttore, i costumisti, gli attori e... il divo. In particolare di ques'ultimo (Gigli) viene messo in risalto il carattere estremamente capriccioso, che però per il suo essere la colonna del film, tiene tutti a bacchetta e in scacco, affrancandosi da qualunque ammonimento o anche timida osservazione. Ogni persona è ai suoi piedi per il timore di contraddirlo, di offenderlo e quindi di perderlo. Questi sfrutta la situazione più che può, e mette tutti alla prova con offese e disprezzo, oltre che con fantasiose richieste che sono il frutto del primo grillo che gli salta in testa.
Ho trovato l'idea dei sosia uguali nel corpo ma estremamente diversi nel carattere, che fu ripresa molti anni più tardi in "Non c'è due senza quattro" con Bud Spencer e Terence Hill. Se poi i personaggi fanno confusione tra i due sosia allora il divertimento è assicurato.
Le cantatine di Gigli forse nuocciono al ritmo e al divertimento, ma tutto sommato questa allegra commediola - girata negli anni bui della guerra - è ben che guardabile.
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