Regia di James Wan vedi scheda film
Un dispositivo chiamato "l'occhio di Dio", capace di localizzare chiunque grazie al software altamente sofisticato progettato da una hacker (Emmanuel) finisce nelle mani dei soliti malintenzionati. Su commissione dell'FBI - che in cambio promette di schierare le teste di cuoio per catturare un energumeno in cerca di vendetta (il solito Jason Statham espressivo come una trinca dimenticata per settimane nel frigorifero) - il criminale dal cuore tenero Dom Toretto (Diesel) raduna una squadra di professionisti del brivido con cui, in giro per mezzo mondo, cercherà di recuperare il dispositivo. Giunto al suo settimo episodio, rispetto ai precedenti questo Fast & Furious rincara la dose di azione, violenza, inseguimenti ed effetti speciali, come al solito al servizio di un copione fumettistico, inverosimile, fracassone e inesistente ma adrenalinico e muscolare, con moltissime scene da antologia: le auto che vengono paracadutate da un aereo; quella che compie un salto spericolato saltando tra le vetrate di tre grattacieli, l'autobus blindato che finisce sul ciglio di un dirupo. Il consolidamento, dunque, dell'iconografia pop che vede nell'auto l'espressione per antonomasia di un'epoca intera e nei bicipiti testosteronici quella dell'estetica diffusa. Ma il vero miracolo del film sta nell'aver resuscitato l'attore Paul Walker, morto paradossalmente in un incidente d'auto durante le riprese. Per chiudere il film sono stati ingaggiati come controfigure i suoi fratelli e dei superesperti di effetti speciali. Il risultato di tanto investimento di denaro ed energia creativa è un blockbuster anabolizzato capace di assicurare il divertimento nel solco di un'inconsistenza pneumatica condita con l'inevitabile melassa della retorica sulla famiglia e servita da "attori" che, se anche venissero sommati alle maestranze e agli addetti ai cestini per la pausa pranzo, non riuscirebbero a farne uno solo degno di questo nome.
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