Regia di James Wan vedi scheda film
Cambia il pilota, non il risultato. Justin Lin cede il volante a James Wan, forse desideroso di scrollarsi di dosso l’horror. Geniale l’anti-incipit: un nastro che si svolge al contrario rivela la distruzione provocata da Deckard Shaw (Jason Statham) nell’ospedale dove è ricoverato il fratello Owen. New entry: un Kurt Russell che insinua il sospetto che si tratti di Jena Plissken passato alla CIA. In cambio del salvataggio dell’hacker (Nathalie Emmanuel di Il trono di spade) che ha creato l’Occhio di Dio (un sistema di super-controllo stile Il Cavaliere oscuro), lui aiuta la banda a fermare Deckard. Reinventando il travelogue esotico di 007, Dom e i suoi passano dall’Azerbaijan ad Abu Dhabi in un succedersi di set piece vertiginosamente virtuosistici, montati con precisione scientifica, molecolare. Tutto è sopra le righe. Puro Corman gangsta rap. Con momenti da applausi a scena aperta (le tre torri, il cat fight fra la Rodriguez e Ronda Rousey). E c’è pure Tony Jaa. La presenza di Paul Walker, inevitabilmente, reca gravità e malinconia. Lo scambio di battute fra Tej e Brian è da brividi. Tej: «Basta funerali». Brian: «Ancora uno». E, dopo una pausa che fa sprofondare il cuore, aggiunge: «Il suo». Brian si riferisce a Deckard. In sala si pensa a Paul Walker. In un attimo, siamo in un documentario. Nel finale che omaggia Walker, passa tutta una vita. La nostra, nel buio della sala. Fast & Furious 7 è Il corvo degli anni zero.
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