Regia di James Wan vedi scheda film
Per trattarsi dell’ultimo episodio di una delle saghe più replicate del pianeta e di un film consegnato al culto degli appassionati per la morte improvvisa di uno dei suoi protagonisti (Paul Walker), “Fast and Furious 7” possiede quel desiderio di piacere a tutti i costi che di solito ti girare una scena come quella d’apertura, caratterizzata dall’inverosimile esibizione di Deckard Shaw, villain interpretato da Jason Statham, capace di allontanarsi indisturbato dalla scena del delitto dopo aver lasciato sul pavimento una montagna di cadaveri. Una partenza del genere metterebbe in discussione ogni chance di credibilità, se non fosse che la serie dedicata alle avventure di Domic Toretto e dei suoi driver ha fatto dell'opulenza visiva e dell'eccesso ridondante il suo brand d'esportazione, come dimostra, pochi minuti dopo, l'inserto della gara automobilistica in mezzo al deserto, arricchita da una generosa esibizione di parti anatomiche femminili, enfatizzate dall’insisto mordi e fuggi di James Wan (in vacanza dal cinema horror) che, a colpi di montaggio e carrellate, associa i corpi abbronzati e torniti delle provocanti majorettes a una selezione di dettagli ricavati dalla carrozzeria dei prototipi pronti a lanciarsi verso linea del traguardo.
Un collegamento questo, che la dice lunga sull'intenzione dei produttori di badare al sodo, preservando al massimo il livello la fruibilità della storia e la popolarità dei personaggi. Un Diktat a cui contribuiscono da un lato la semplicità della trama, incentrata sulla vendetta di Shaw nei confronti di Toretto - colpevole di avergli ridotto in fin di vita il fratello - dall'altro la metamorfosi dell'elemento paesaggistico, qui come altrove utilizzato per dare respiro a una storia che ripiega continuamente su se stessa, e che poi riparte, alla volta di una nuova escursione intercontinentale. Dall’america al medio oriente, la caccia al nemico porterà i protagonisti a sfidare le leggi della fisica e anche quelle dell’incolumità fisica, con macchine lanciate nel vuoto (ad un certo punto ci sarà anche un impatto degno dell’11 settembre) e strapiombi usati come vie di fuga. Improbabile quanto spettacolare, “Fast and Furious 7” è un film senza mezze misure, da amare o da odiare, a secondo dei casi. A chi invece si dovesse trovare nel mezzo, rimane la malinconia di vedere per l’ultima volta Paul Walker, salutato dalla frase sibillina pronunciata da Toretto che, nel momento di congedarsi dall'amico (“Non è mai un addio”, dice, rivolgendosi a Brian) lascia intendere che ci sarà ancora tempo per un'altra avventura. Con o senza il compagno d’armi.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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