Regia di James Wan vedi scheda film
Classico action-movie da guardare staccando il cervello firmato, piuttosto curiosamente, da un “maestro” del new horror. James Wan si mette infatti alla regia di un progetto che non ne rispecchia l'arte e che serve solo a portarlo sotto l'occhio delle major (qualche anno dopo avrebbe diretto Aquaman). Puro ed esclusivo prodotto di consumo che garantisce introiti e porta fondi al conto corrente bancario. Il regista non firma né soggetto né copione e si presta a una serie di sequenze demenziali in stile Shark 2 – L'Abisso, per intenderci. Il modello di riferimento arriva dai precedenti capitoli della saga e, soprattutto, da Mission: Impossible. Vin Diesel (interpretazione da razzie award) viene incaricato, con tutta la sua equipe di piloti di corse clandestine, di recuperare un congegno di valenza spionistica di interesse internazionale. Parte così una missione dislocata in diversi continenti e intrecciata a una faida tra il nostro supereroe e il villain di turno interpretato da Jason Statham.
Cast artistico notevole per il genere, in cui si inseriscono Kurt Russell e Djimon Hounsou, oltre ai confermati Michelle Rodriguez, Dwayne Johnson e Paul Walker al suo ultimo film (morirà di lì a poco in un incidente stradale). Wan dirige con spettacolarità, senza concedere respiro allo spettatore, tra inseguimenti stradali degni di un road movie versione point to point (più di un debito con la regia di George Miller), combattimenti marziali e momenti adrenalinici moderati da un montaggio serrato. Il punto debole è da ravvisare nella totale violenza sulla verosimiglianza di quanto viene messo in scena. Wan e gli sceneggiatori oltrepassano i limiti dell'accettabile e lo fanno con un'insistenza che ammorba tutte le sequenze d'azione. Tra le “boiate” più assurde ci sono frontali automobilistici in piena velocità che non lasciano tracce ai conducenti (basterebbe la semplice violenza della decelerazione a danneggiare gli organi interni), cadute in dirupi senza alcuna lesione, chilometri di inseguimenti in discesa attraverso boschi montani, lancio da aerei all'interno di un auto poi fatte discendere con paracadute e, ancora, fuoriserie che passano – dall'alto- da un grattacielo all'altro sfondando le vetrate degli stessi per proseguire con altre dozzine di assurdità. Troppo, davvero troppo, per non dare avvio a un rosario di offese in direzione dello schermo. Esaltazione della mascolinità, tra bicipiti gonfiati e bellezze femminili messe in continua mostra a forgiare quella che è, a tutti gli effetti, un'apologia del macho rappresentata con uno stile videoclipparo da videogioco cartoonesco.
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