Regia di Christophe Honoré vedi scheda film
Una rilettura delle metamorfosi di Ovidio in chiave contemporanea, transgenere e kitsch, con fauni nudi e in scarpe da ginnastica e ninfe borgatare che vivono in non luoghi contemporanei quali i prati sui bordi delle autostrade.
Una cosa bella del cinema francese è il suo non aver bisogno di sottostare costantemente a logiche di mercato in modo da potersi permettere film arrischiati come questo, dove Honoré ancora una volta sbaraglia le carte del suo stile in un'opera deliziosamente sfacciata e sessuale (come inevitabilmente i racconti sulle metamorfosi devono essere), in costante alternanza tra il sublime (specie visivo) e il ridicolo.
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