Regia di Paul Dugdale vedi scheda film
Londra, Hyde Park, estate 1969: il concerto-simbolo dei 'nuovi' Rolling Stones con il chitarrista Mick Taylor al posto di Brian Jones, morto solo pochissimi giorni prima. Londra, Hyde Park, estate 2013: i 'grandi vecchi' Rolling Stones si autocelebrano con un concerto che spazia in un repertorio di quasi mezzo secolo di hits.
Sweet summer sun è esattamente quello che state pensando: non c'è bisogno di vederlo, è tutto ciò che dovrebbe essere, si vorrebbe essere e si presupporrebbe essere. Una faraonica autocelebrazione, un film-concerto corredato da qualche intervista ai membri della rock and roll band più longeva, più famosa e più straordinaria del pianeta, i Rolling Stones. Da questo punto di vista, la visione di Sweet summer sun diventa roba per fanatici: il problema è che non esistono altri punti di vista sulla questione; di interessante c'è per lo meno l'inserimento estemporaneo sul palco come guest star del chitarrista del primo, storico concerto di Hyde Park (1969), cioè Mick Taylor. Per il resto sono gli Stones, incredibili inenarrabili inarrivabili, ma purtroppo per loro, allo stesso modo, vittime di una fama eccessiva, monumenti viventi a sè stessi, condannati a ripetere eternamente il clichè. Start me up, Satisfaction, You can't always get what you want, Street fighting man, Happy, Sympathy for the devil... non ha neppure senso snocciolare le hits che compongono la scaletta di questo concerto-evento, anche perchè per non far torto a nessuno bisognerebbe citarle tutte. In definitiva: benissimo tutto, i fans vengono resi felici, ma cosa c'è dietro al citato spirito autocelebrativo, oltre all'ennesimo prodotto di mero merchandising? 5,5/10.
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