Regia di Jonathan Demme vedi scheda film
È uno dei film più importanti degli ultimi decenni, questa inquietante opera diretta con rara maestria da un lodevole Jonathan Demme e premiata con cinque Oscar di peso (film, regia, attore, attrice, sceneggiatura). Tratto dal romanzo di Thomas Harris, Il silenzio degli innocenti è allo stesso tempo un thriller psicologico e fisico, mai gratuito nella brutale realtà della crudeltà e che mantiene sempre la tensione alta. Ciò grazie ad una sceneggiatura di ferro che non rinuncia anche alla sottile, necessaria, ironia nera, ma che offre un piatto ricco di emozioni e suspence nel quale tuffarsi senza se e senza ma. È, infatti, un film trascinante, irresistibilmente fluido, senza un solo minuto in eccesso, il risultato di una straordinaria macchina narrativa alla quale si associa la potenza di una messinscena forte e prepotente.
La storia pone al centro due personaggi agli antipoti in un affresco allarmante: Clarice, una giovane recluta dell’FBI, viene incaricata di far visita in carcere al dottor Hannibal Lecter, uno psichiatra cannibale pluriomicida, per ottenere informazioni riguardo un serial killer che sta terrorizzando l’America. Ma si accordano sulla legge del “quid pro quod” ed è costretta a rivelare notizie sul suo agitato passato. Insomma, un gioco delle parti al quale è difficile resistere e, se si escludono un manciata di minuti di efferata brutalità, anche incredibilmente sobrio, un thriller dell’anima prima che del corpo. Con un finale spiazzante che getta lo spettatore in un’angoscia ancor più tremenda. Un film memorabile dove tutto è studiato a meraviglia, un orologio svizzero dove tutti spiccano su tutti, ma dove, forse, una nota di merito meritano i due protagonisti: se Jodie Foster è coinvolgente,ruvida ed appassionata nel suo ruolo più fortunato, Anthony Hopkins trova il ruolo della vita col suo sublime dottor Lecter, un concentrato insuperabile di potenza magnetica, sottile ironia e crudele disumanità.
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