Regia di Mario Landi vedi scheda film
Da un'idea squinternata (la fondazione del sindacato delle prostitute) nasce un film squinternato; il regista è lo stesso Mario Landi che firmò le prime edizioni del mitologico Un due tre, il varietà satirico di Tognazzi & Vianello agli albori della tv in Italia. La cosa può sorprendere, ma fino a un certo punto: siamo nel 1976 e la censura è oramai piuttosto tollerante; sul grande schermo domina la commedia scollacciata dall'inizio del decennio (si pensi al filone decamerotico) e non ci sono quasi più argomenti considerabili tabù, se si prescinde da politica e religione. Il sesso va invece benissimo, anzi: invoglia i produttori, i registi e soprattutto il pubblico a riempire le sale cinematografiche. Partendo da tali presupposti, ecco che nasce naturalmente un prodottino dal budget esiguo e dalle trovate comiche molto, molto modeste come questo Batton story (è il sottotitolo). Marisa Merlini (che meriterebbe evidentemente di meglio, ma tant'è), Femi Benussi, Daniela Giordano, Gianni Dei e Toni Ucci sono gli interpreti principali; la sceneggiatura è di Piero Regnoli e questo è il punto dell'intera operazione su cui meno si rimane sorpresi in assoluto; azzeccate, cioè leggere, le musiche di Willy Brezza e Mario Molino. 2,5/10.
Riunite in cella da una retata della polizia, tre prostitute decidono che è arrivata l'ora di difendere i propri diritti. Una volta uscite radunano alcune 'colleghe' e fondano il sindacato della categoria. Chi ci rimette sono ovviamente i protettori, che fanno a loro volta squadra.
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