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Manglehorn

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Manglehorn

di alan smithee
6 stelle

Al Pacino

Manglehorn (2014): Al Pacino

VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA – CONCORSO

La vita ordinaria e sciatta, apparentemente insignificante di un anziano fabbro solo e bisognoso d'affatto, viene scossa da una serie di eventi che coinvolgono le poche persone (o animali) chd ancora riescono ad incrociare il suo solitario sentiero esistenziale.

David Gordon Green fa della messa in scena classica, tradizionale e basata sulla professionalità di attori sapientemente ricercati e abilmente rivalutati o incitati a dare il meglio di sé, il cavallo di battaglia del suo ultimo cinema, dignitoso e scorrevole, senza colpi di genio, ma pure senza grosse cadute o sbavature.

David Gordon Green

Joe (2013): David Gordon Green

E se già l'anno scorso l'essere riuscito con l'emozionante (almeno a tratti) Joe, presentato come questo in concorso qui al festival, a far tornare a Nicholas Cage quel lampo di verve recitativa che sembrava ormai in lui un ricordo lontanissimo o quasi estinto, quest'anno, forte di un attore istrionico, ma qui quasi misurato o almeno controllato e docile, come Al Pacino, coadiuvato da una tenera Holly Hunter non meno emozionante nel temergli testa, Green conferma di saper orchestrare con una certa calcolata (e furba) dimestichezza le dosi di una amalgama dolceamara utile per riflettere su esistenze irrisolte e inacidite dall'amarezza (quella di Manglehorn, artigiano semplice amante più degli animali che degli essri umani, logorato dall'incapacità di esplicitare i propri stati d'animo, inetto ad esprimere i sentimenti genuini con l'unica vera donna amata in gioventù, ma nemmeno catturare le attenzioni di un figlio, frutto di un matrimonio più di crcostanza che d'amore, che si è allontanato e lo compatisce ed evita, cercandolo solo in caso di aiuto) o rese sole dall'abbandono e dall'indifferenza altrui (quella della cassiera interpretata dalla dolce e delicata Holly Hunter).

Pacino evita più che può istrionismi e vezzi recitativi da mattatore e pare più sobrio e misurato che mai in tutti questi suoi ultimi anni di personaggi a volte anche importanti e fondamentali per una carriera che conosce pochissimi rivali e in cui ormai è difficile aggiungere nuovi tasselli o traguardi.

 

 

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