Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Totò e Peppino in una farsetta ben scritta, da un soggetto di Dino Falconi e Luigi Motta, da Castellano & Pipolo con l'esperto Edoardo Anton, già autore di varie sceneggiature con Totò, nonchè di La bella di Roma, Il segno di Venere e tantissimi altri titoli. Al loro fianco sono schierati molti nomi convincenti: Riccardo Garrone, Delia Scala, Luigi Pavese, Carlo Croccolo sono solo quelli più celebri; la storia è bella ingarbugliata e riprende il più classico degli intrecci a base di equivoci, che si assommano piano piano fino all'esplosione beffarda del finale. Il limite - e grosso - di tutta l'operazione sta nell'essere poco più che una trasposizione su pellicola di una commedia a teatro, a partire dalla regia piuttosto piatta di Mattoli e dalle scenografie, teatralissime, che non concedono alcuna profondità all'azione. Le entrate in scena telefonate dei personaggi, la recitazione sempre un minimo sopra le righe: la commedia è garbata, divertente, ben interpretata, ma come 'film' lascia un po' a desiderare.
L'eterna battaglia fra due fratelli, uno (Pio) assennato ed industrioso e l'altro (Zazà) spendaccione, fannullone ed indebitato con il primo. Quando Pio sorprende Zazà con una ballerina, lei si spaccia per figlia di Zazà, ma l'espediente scatena un vortice di menzogne...
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