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Non lasciarmi sola

Regia di Ron Krauss vedi scheda film

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La recensione su Non lasciarmi sola

di supadany
5 stelle

Non lasciarmi sola è ispirato a una storia vera, si può tristemente supporre una tra le tante di questo mondo, scandite da disperazione, sopraffazioni e abbandoni.

A dominare, non può che essere il contenuto sensibile e con esso la capacità degli interpreti di renderne manifesta l’anima, mettendo in secondo piano la forma, chiaramente tutt’altro che di valore eccelso (anche se la scusante regge solo in parte).

La vita dell’adolescente Apple Bailey (Vanessa Hudgens) è ricolma di dolore, segnata dalla presenza di sua madre June (Rosario Dawson), una tossica che le preclude ogni possibilità di vita normale.

Superato il limite di sopportazione, Apple scappa alla ricerca del padre (Brendan Fraser) mai conosciuto, trovando un aiuto ma il suo percorso è solo all’inizio. Le difficoltà si presentano sotto diverse forme ma, fortunatamente, trova anche chi è disposto a correre dei rischi in prima persona per lei.

 

Vanessa Hudgens

Non lasciarmi sola (2013): Vanessa Hudgens

 

Se una buona fetta di quanto ci spetta discende direttamente dal luogo di nascita, dallo stato sociale di appartenenza e da chi regala il dono della vita, non bisogna perdere mai la speranza in un futuro migliore o semplicemente differente. Spesso occorre tempo, a volte non ce n’è abbastanza e la luce in fondo al tunnel s’avvicina per poi allontanarsi. Come esseri umani, possiamo incorrere in intoppi e sbagliare ma con determinazione e coraggio, alla fine, possiamo trovare quella deviazione non calcolabile in origine che può cambiare le cose.

Ron Krauss racconta un dramma personale - con connessioni dirette altrove - di reietti generati dal sistema, il cui reinserimento è soggetto a una serie infinita di problematiche. Come spesso accade in questi casi, la messa in scena non offre nessun supporto degno di nota e tutta l’attenzione è focalizzata sui personaggi che determinano poetica e linguaggio.

Ne guadagna Vanessa Hudgens, in cerca di maturità e dello sdoganamento da un‘immagine adolescenziale politicamente corretta (Disney), mentre Brendan Fraser continua ad apparire goffo, anche se meno che in altre circostanze recenti, e Rosario Dawson è a serio rischio overacting.

In conclusione, si potrebbe aggiungere come il finale sia un po’ troppo svenevole, privando ulteriormente la visione di particolare fantasia, ma rimane comunque viva, e vegeta, la morale di fondo, per cui l’importante è non arrendersi mai e avere speranza, nel futuro e nel prossimo.

Una pietanza esigua che raggiunge comunque il suo obiettivo.

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