Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
Una bizzarra famiglia di apicoltori alle prese con tanti piccoli problemi e incomprensioni, ma i cui membri in fondo si vogliono bene.
L'ho trovato interessante e originale. E' una di quelle pellicole minimaliste, che sembrano non un film di finzione ma la vita vera. L'ambientazione è anch'essa originale, perché non ci sono molti film che parlano di una famiglia molto femminile di apicoltori toscani (o trapiantati). E che famiglia: il papà di lingua tedesca (ma non credo tedesco), una mamma remissiva e poco presente, e una nidiata di figlie femmine non certo comune.
Durante la trama osserviamo più sulla produzione del miele che in un documentario. Accanto alla famiglia dei protagonisti vediamo dei campagnoli toscani che (a torto) non credono più nella loro terra e nei loro prodotti, se non come attrazione turistica, e quindi un po' falsificati. Si parla anche di nuove normative igieniche, che certo non aiutano i prodotti locali, di quelle fatte a tavolino a Bruxelles da parte di chi non ha idea di come funzioni la produzione del miele. Nell'insieme, i prodotti sani e genuini della terra vengono messi alle strette da chi li disprezza e vuole far posto ad altro (gli abitanti), e da chi non ama in generale i prodotti tipici (i legislatori europei).
Quanto ai personaggi, vediamo un padre burbero e un po' gonzo, ma non cattivo, con accanto una moglie che sembra voglia scomparire, ed è poco presente nella vita delle figlie. Queste temono il babbo, ma pure lo amano; anche il padre vuole loro bene dopo tutto, ma si percepisce come gli manchi il figlio maschio che non ha avuto. Per un attimo crede di averlo trovato nel ragazzino in affido, ma poggia le sue attese sull'argilla. In generale, tutti i personaggi mi sono sembrati realistici e riusciti, come ci si aspetterebbe di vederli nella realtà.
Il film si sfilaccia tuttavia alla fine, quando secondo me la pur brava regista prende alcune inutili cantonate. Perché, ad esempio, la famiglia dorme fuori casa e col brutto tempo? E' un elemento che necessitava di una spiegazione. Mentre l'ultimo incontro tra la figlia maggiore e il ragazzino scappato, come il rientro della prima a casa, mi è sembrato un episodio molto confuso e incomprensibile, a dispetto di tutto il realismo del resto del film.
In ogni caso è un film da vedere e da rispettare, appartenente a quella esigua vena di cinema italiano contemporaneo che ha ancora la qualità e la dignità. E poi è un film autobiografico, e si sente; si sente cioè che è un'opera sincera e non simulata.
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