Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
Alice Rohrwacher è una regista da cui il cinema italiano può aspettarsi cose interessanti. Non ho visto "Corpo celeste", ma è evidente che la Rohrwacher ha una sua visione personale, sa creare immagini ammalianti, sa inserire l'elemento paesaggistico nella composizione figurativa con consumata abilità. Qui ci racconta una vicenda di sapore autobiografico (anche suo padre è un apicultore tedesco con famiglia cresciuta in Toscana), con la sorella Alba che interpreta il ruolo che dovrebbe essere quello della madre, anche se non è dato sapere fino a che punto la trama del film rispecchia fatti reali. Il film gioca le sue carte migliori nel percorso di formazione dell'adolescente Gelsomina (un nome che non può non richiamare alla memoria il cinema di Fellini), nella sua visione trasognata della realtà che viene gradualmente offuscata da segnali inquietanti come la ferita alla mano della sorella. L'intrusione della troupe televisiva con il suo spettacolo che ovviamente banalizza la realtà agreste e rurale, facendo indossare ai concorrenti ridicoli costumi da antichi etruschi, è un tocco ormai un po' risaputo, svolto in maniera corretta ma senza picchi di genialità, mentre la vicenda parallela del giovane Martin, ragazzo sordomuto che sta affrontando un percorso di riabilitazione dalla delinquenza giovanile, è inserita nella trama senza un vero approfondimento, tanto da risultare piuttosto lacunosa. Buona la direzione del cast, sia per quanto riguarda i professionisti come Alba Rohrwacher che per le giovani ragazze come la rumena Maria Alexandra Lungu, mentre Monica Bellucci ha un ruolo abbastanza breve che svolge senza infamia e senza lode. Curiosa la scelta di alternare diverse lingue, spesso nella stessa scena (la Rohrwacher che col marito alterna italiano e francese, non volendo accogliere il ragazzino tedesco: "È pericoloso. Pour les filles"). Curiosa anche la scelta di sdoganare la canzonetta di Ambra Angiolini "Ti appartengo" in colonna sonora. Nel complesso un risultato abbastanza positivo, per quanto il Grand prix assegnatogli a Cannes dalla giuria presieduta da Jane Campion sembri un po' generoso.
Voto 7/10
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