Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
Alice, sorella della più famosa Alba, attrice in questo film, arriva alla sua seconda opera. Nel 2011 sorprese un po' tutti a Cannes, vincendo il nastro d'argento per l'opera esordiente con lo splendido "Corpo Celeste", vero e proprio "corpo estraneo" nel desolante panorama del cinema italiano. Alice ritenta la carta Cannes con questo "Le Meraviglie" e si guadagna il Gran Premio della Giuria, coccarda ancora più importante e affermazione definitiva per questa bella speranza del nostro cinema. "Le Meraviglie" è un film più difficile e coraggioso, rispetto all'esordio, e, in fondo, è giusto così: il suo Cinema non è quello da operetta, quello televisivo, che ormai impazza in tutti i più squallidi multisala italici. E' giocoforza che alzando l'asticella, o si hanno qualità già ben espresse o si rischia di fallire il salto. Qui si rimane a metà, c'è la rincorsa, buona, ma manca lo stacco finale. L'ambientazione, da qualche parte lungo il lago Trasimeno, è molto buona e suggestiva, gli attori, ragazzini compresi, tutti convincenti, e il dio del Cinema sa quanto è materia sdrucciolevole inserire ragazzini sullo schermo senza cadere nel patetico, ma la storia, scritta dalla stessa Alice, manca di svolte, di un canovaccio che riesca a tener desta l'attenzione per tutte le quasi due ore. Probabilmente è una scelta voluta, un tentativo di sceneggiatura aperta, che si ciba di qualche simbolismo che a me, probabilmente, è sfuggito. Resta il fatto che ho rischiato la noia più volte, giungendo al termine della visione solo per il rispetto che nutro per questa brava regista e per una umana curiosità. Peccato, perché il lavoro della Rohrwacher è sicuramente da premiare e sono sicuro che regalerà belle soddisfazioni in futuro, visto che di questa qualità il nostro Cinema ne abbisogna come acqua in un deserto. Cinema altro, Cinema alto. E, finalmente, zero virgola zero virus televisivi in una pellicola italiana. Gran cosa.
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