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Into the Storm

Regia di Steven Quale vedi scheda film

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La recensione su Into the Storm

di M Valdemar
2 stelle

locandina

Into the Storm (2014): locandina




Indistinguibile dalla massa informe di disaster movie di bassa lega che affollano il piccolo schermo in sonnacchiosi pomeriggi e afose serate estive, giunge addirittura in sala (e all over the world: incredibile!) Into the Storm, ennesimo insignificante esemplare appartenente alla (sotto)specie.
Ordunque, dato che cercare di capire come mai il suddetto film(etto) abbia avuto tale distribuzione è tanto (ma proprio tanto) inutile quanto lo sarebbe trapanare ed esaminare i cervelletti di certi simpatici idioti che non abbandonano videofonini e telecamere neppure se stanno a due metri da catastrofi di proporzioni gigantesche, non resta che dire due paroline sull'imprescindibile opera.
Per la trama - per quello che può valere (e cioè una beneamata tromba d'aria digitale) - basta cercare su wikipedia o sulle varie schede di presentazione, per il resto basti dire che Into the Storm passa in rassegna tutti i cliché e gli stereotipi possibili manco fosse una ricetta medica (ma l'obbligatorio rispetto della "buona" normativa del genere, sì).
Ci stanno l'evento scatenante (i tornado, sì), la tipica piccola cittadina di provincia (con immancabile liceo), i membri della classica famiglia americana con qualche problemino di comunicazione (e tragedia luttuosa alle spalle), una squadra di cacciatori di tornado variamente composta (il capo stronzo, la bella donzella che non vede la figlioletta da tre mesi, la giovine recluta ecc.), personaggi di contorno variamente stupidi. E poi ancora amoretti adolescenziali, sacrifici salvifici (e chi sarà mai il fortunato?) e salvataggi dell'ultimo minuto, affetti speciali ritrovati, effetti speciali ritrovati nei fondi di magazzino, e immancabili morali(ne) d'accatto (vivi giorno per giorno, vivi come fosse sempre l'ultimo giorno, gli uomini che nei momenti peggiori si aiutano e danno il meglio di sé: wow!).
Si aggiungano, sempre come regolamento impone, attori anonimi (gli unici ad avere notorietà sono Richard "Thorin scudodiquercia" Armitage - meglio rimanga sepolto da trucco e parrucco - e la televisiva Sarah Wayne Callies di Prison Break e The Walking Dead) che "brillano" per assoluta mancanza di carisma e presenza scenica (ok, al casting erano attentissimi e scrupolosi, bravi) nonché per recitazione amatoriale; inoltre un palese diffuso poverismo riscontrabile nelle location e nella gestione delle figure in campo, e dialoghi ridicoli, intermezzi sentimentali e di alleggerimento (le idiote "imprese" spericolate di due ebeti con la speranza di diventare star del web), situazioni incredibili, e gli inevitabili "aggiornamenti" all'attualità.
Riferimenti recenti, of course (si citano gli uragani Katrina e Sandy), ma soprattutto il ricorso ultramodaiolo al maledittissimo found footage (invero mostrando evidente approssimazione e confusione), attraverso le riprese dei metereologi/cacciatori di tornado, quelle degli ebeti di cui sopra e quelle dei due fratelli impegnati a svolgere il compito scolastico assegnatogli dal padre vicepreside (intervistare gli studenti per una "capsula del tempo" da conservare per venticinque anni: toh, che fantasia!).
Inutile dire che poi quelle riprese serviranno a chiudere il cerchio, a dare un senso a quello che è successo (la "lezione di vita" appresa sul campo: what else?): "didascalizzato" il girato in un prodotto a largo e rapido consumo, ecco bello pronto il documento "storico" da consegnare ai posteri.
Cioè gli spettatori, che non devono nemmeno aspettare un quarto di secolo per sorbirselo. Che fortuna.


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