Regia di Charles Martin Smith vedi scheda film
Torna, tre anni dopo il primo capitolo, il delfino femmina Winter, che perse la coda in una trappola per granchi diventando simbolo dei disabili. Ormai a proprio agio con la sua protesi nelle vasche del Clearwater Marine Aquarium, ospedale per la riabilitazione della fauna ittica, Winter è una vera star e ha moltiplicato i visitatori del centro no-profit da 78 mila a 750 mila l’anno. Questo ha permesso alla struttura di ampliarsi significativamente, ma ora tutto viene messo a rischio dalla morte di Panama, la compagna e mentore di Winter.
Siccome per la legge americana i delfini sono animali sociali e non possono stare in cattività da soli, si rende necessario trovare una nuova compagna per Winter, un delfino speciale che sappia accettare la sua diversità. Nel film ritorna anche il pappagallo Rufus e c’è la new entry di una tartaruga marina, Mavis, inoltre ritroviamo tutto il cast del primo episodio, con piccoli ruoli per Ashley Judd, Morgan Freeman e Kris Kristofferson. Il cuore umano della vicenda è però nel giovane Sawyer, che è cresciuto insieme a Winter e ora affronta come lei una fase di cambiamento. Girato questa volta in 2D per permettere riprese più mobili, il film è visivamente meno impressionante di tanti documentari ormai anche televisivi e punta tutto su una storia commovente, di indubbia quanto facile efficacia, ma decisamente poco cinematografica nonostante le lussuose guest star.
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