Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Leggevo adesso su un quotidiano di dati sconfortanti sugli incassi nelle sale italiane degli ultimi weekend. Tempi bui quelli in cui il solo target che riempie le sale sono gli adolescenti in fregola di qualche boy band (quando vedi un trailer in cui gli One Direction vengono definiti "la più grande band del mondo" come fai a non incazzarti??). Per tacere poi del filone cossiddetto "Young Adult" vale a dire film tratti da romanzetti per pischelle, altro genere tra i pochi che incassano (da Twilight a Hunger Games passando per Maze Runner). E allora, in questo triste scenario, possiamo apprezzare senz'altro vedere contendersi la vetta del box office tra gli sciagurati O.D. e questo robusto e intenso thrillerone action. E possiamo anche sorvolare su certi aspetti prevedibili che lo accomunano ad altre pellicole americane d'azione, così come pure su certi tratti psicologici di personaggi già ampiamente sfruttati dal cinema action made in USA. Va però detto -anche a dispetto del titolo italiano attribuitogli- che questo non è affatto il solito "revenge movie". E ciò sia per la sceneggiatura intrigante sia per l'assoluta aderenza di un magnifico Denzel Washington (qui anche co-produttore) sia per la felicissima scelta dei volti dei personaggi "di contorno". Il film mi ha appassionato, fatto salvo un unico difetto che enuncio subito così mi tolgo il dente: è troppo lungo. Tempi troppo dilatati, 131 minuti sono troppi, il fim poteva tranquillamente durare almeno mezz'ora di meno. Ma è una pecca veniale di fronte ad un dramma così ben realizzato, sfruttando meccanismi magari già visti altrove, ma -lo ripeto- differenziandosi dagli schemi abusatissimi del "revenge movie". Chiariamo: anche qui il protagonista ha un passato che lo tormenta ma stavolta i demoni del passato non sono insistiti, solo accennati e non diventano la solita scusa per tratteggiare il solito "eroe malinconico e dolente", spesso ridotto a caricatura della serie "gli hanno ammazzato la moglie e lui ora li massacra". No. Lui lavora in un supermercato di arredi casalinghi e conduce un'esistenza tranquilla...ma sul suo passato non dico nulla, che sarebbe un mezzo spoiler. E diciamo che si trova ad affrontare la Mafia Russa, attraverso vari passaggi anche pericolosissimi, che comportano scene action rilevanti. Ciò che occorre evidenziare è che non tutti sarebbero stati in grado di sviluppare la "quieta fredddezza" di un simile intrigante personaggio. Non certo il pur bravo Liam Neeson con la sua monodimensionalità (il recente "La preda perfetta" dove Liam era bravissimo ma coi suoi limiti "legnosi"). Denzel è qualche spanna superiore, molto più duttile e sfumato, diciamo anche molto più carismatico. Buona anche la scelta del commento musicale a sottolineare i momenti d'azione. Quanto al regista, Antoine Fuqua, ci è nota la sua abilità nel confrontarsi con opere pop dal sapore muscolare e anche qui ha lavorato da professionista di Hollywood. Accenniamo a una Cloe Grace Moretz qui limitata da un ruolo importante ma un tantino streotipato. Camei illustri per Bill Pullman e soprattutto la splendida (la adoro) Melissa Leo. Ma la cosa più sfiziosa è vedere passare in rassegna una serie di facce da criminali, tutti mafiosi di nazionalità russa dotati di volti impagabili, che esprimono la malvagità umana a livelli incredibili. Spettacolare senz'altro, in gran parte appassionante. Insomma un blockbuster che si può vedere senza vergognarsene. Anzi.
PS: nel film, all'inizio, una piacevole sorpresa per i nostalgici (vengono evocati in modo simpatico Gladys Knight & The Pips).
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