Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Il vendicatore non rende giustizia alla funzione sociale di Robert McCall, bilanciere che fa tornare i conti dove per umano squallore non quadrano: mosso dall’istinto del Giusto che non gli ha impedito di fare del male (era nella CIA), occhio per occhio è una formula che sprizza sangue vivo se la macchina da guerra viene risvegliata. Nel sonno conduce un’esistenza tranquilla, ogni sera cena alla solita tavola calda dove mantiene la giusta distanza tra la sua solitudine mesta e composta e il grumo di dolore portato dalla giovane Alina, che si fa chiamare Teri quando si prostituisce.
Sarebbe un legame evocativo e struggente, se il personaggio della Moretz avesse l’insolenza e/o la tenacia della Mathilda bessoniana e quello di Washington fosse carne deperibile sotto il cappotto. Invece non c’è sacrificio anche quando chiama l’urgenza del riscatto, McCall è un demolitore tanto spettacolare quanto smaccatamente infrangibile, Alina un docile pretesto per uccisioni acrobatiche dispensate con ipnotica perizia visiva. Dagli occhi di lui, fari di pregevole understatement nonostante l’intorno esplosivo, s’irradiano i singoli gesti di esecuzioni multiple: The Equalizer è molto forte e incredibilmente lontano per l’accoppiata di Training Day, depotenziato dalla sua stessa tempra. Al netto del cuore, resta una festa per gli occhi che infila almeno una scena grandiosa - l’escalation di violenza al ralenti nel negozio di arredi casalinghi.
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