Regia di Tod Williams vedi scheda film
Mediocre trasposizione cinematografica , di un romanzo di King,non ascrivibile ai migliori, del geniale maestro del brivido
Siamo a Boston, la vita scorre tranquilla, fino al preciso istante in cui i cellulari iniziano a squillare e un misterioso segnale comincia a diffondersi attraverso i telefonini,trasformando le persone in creature sanguinarie,zombie assassini, chiamati "telepazzi" Da Londra a Roma, da Sydney a Rio de Janeiro, solo in pochi restano misteriosamente immuni a questa epocale pandemia, tra questi il disegnatore Clay Riddel alias John Cusack,che rincorre il figlio scomparso, insieme al conducente della metro Tom McCourt il coriaceo Samuel L. Jackson e alla giovane Alice. Tutta l'umanità, attorno a loro si sta annientando e solo pochi superstiti riescono stranamente a salvarsi da questo "virus"
Quando un romanzo di Stephen King va sul grande schermo,è sempre un grande punto interrogativo, sfortunatamente questa volta non siamo di fronte a una riuscita trasposizione cinematografica,peraltro anche il romanzo non è classificabile tra i migliori lavori del re dell'horror.Ecco dunque riapparire il magico trio di attori che nell'ottimo 1408, avevano fatto faville. Ma questa volta non ci sono stanze d’albergo infestate a fungere da location, nel drammatico immaginario tipicamente zombesco, diretto da Tod Williams, quanto lande desolate e scenari apocalittici."Cell" nelle intenzioni del geniale scrittore statunitense, voleva denunciare l’alienazione, della quale ormai la società è vittima, trasformando i ‘telepazzi’ come vengono definiti i nuovi zombie, in animali "dipendenti" e comandati da assassini messaggi virtuali,dunque l'opera vorrebbe essere un grido di protesta lanciato, contro la multimedialità,la scienza, il consumismo, l’abusivismo, l’inquinamento ambientale e perfino il colonialismo,tuttavia nonostante queste nobili e potenzialmente intriganti tematiche e le premesse iniziali, è un film che non decolla e non riesce minimamente a sviluppare in modo convincente i temi accennati.
L'opera intera di King, che personalmente conosco bene e apprezzo, è attraversata da incubi e manie che mettono in campo riflessioni che tendono quasi sempre ad un discorso sociale,politico,oltre che umano, che qui però è decisamente in affanno,le tematiche solo annunciate,restano in superfice, come anche il rapporto dell'individuo con lo spazio e la metropoli, e la relazione padre-figlio, che sono solo sfiorati dal regista.
Peccato il problema della tecnologia, che piano piano fagocita e disumanizza il pianeta,è materia importante,ma a man mano che la storia procede, la questione sembra perdere quota e finisce con l' essere trattata con banalità, a vantaggio di scene "action" ed effetti speciali di bassa lega.La sceneggiatura è un colabrodo zoppicante e nemmeno le interpretazioni di grandi come John Cusack e Samuel L. Jackson, sono convincenti.
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