Regia di Dan Gilroy vedi scheda film
[MINI-RECENSIONE]
“Penso che essere chiaro con i tuoi obiettivi sia più importante che cercare di presentare le tue idee in modo non conflittuale”
Un one-man show di Jake Gyllenhaal? E’ più che possibile. Il suo Lou Bloom, è un personaggio enigmatico (sappiamo pochissimo su di lui) e amorale. Cerca un lavoro ma dato che fare il ladro o il criminale potrebbe essere pericoloso decide di iniziare a filmare le emergenze (incidenti, polizia,etc), soffermandosi sugli aspetti più cruenti con una videocamera e poi rivendere il materiale ai studi televisivi. E’ la notte di Los Angeles, il campo di lavoro di Lou, una vera giungla urbana, E lui si dimostra essere perfettamente immerso in essa. Il titolo del film richiama anche questa attività che praticano tutti gli protagonisti del film , oltre a Bloom. Lui è un autodidatta, motivato da una forte volontà che si trasforma ben presto in ossessione. Oltre alla fantastica prova di Gyllenhaal, la regia tesa di Gilroy, coadiuvata da una meravigliosa fotografia di Robert Elswit rende ipnotica la notte losangelina.
Non penso che si possa confrontare con Taxi Driver, il celeberrimo film di Martin Scorsese con Robert de Niro. Il personaggio di Lou non trova il suo equilibrio interiore, come Travis Bickle. E’ già equilibrato. Trova solo il suo business, per arricchirsi e guadagnare potere.
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