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Lo sciacallo

Regia di Dan Gilroy vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Lo sciacallo

di Enrique
6 stelle

Lou: Sai come si alimenta la paura?
Rick: Come?
Lou: Vestendo di verità delle false evidenze.

 

 

Un film che dice molto, ma… (più o meno) maldestramente.

Anche questo film vuole denunciare le regole di ingaggio (il cui magnete è tarato sul sangue: sev7en) del sistema mass-mediatico (dei breaking news al canto del gallo, in particolare), stritolato dalla concorrenza al ribasso e dai dictat (di dubbissimo gusto) del pubblico, fra i cui esecrabili effetti rientrano, fra gli altri, la spersonalizzazione dell’individuo-testimone… che però, in questo caso, raggiunge estremi forse mai visti.

 

C’è un MA, per l’appunto. L’aver puntato tutto su un protagonista la cui caratterizzazione raggiunge una saturazione di sfumature comportamentali davvero troppo forzate per non destare un’attenzione sospetta e, in ultima analisi, vanificare, almeno in parte, gli sforzi (meritori) della narrazione.

Lou Bloom (un validissimo J.Gyllenhaal) è, difatti, uno psicopatico, travestito di svariate, troppe personalità. Quella del disperato in cerca di uno straccio di occupazione nonostante la sua aspirazione da self made (business)man… mitomane; del prodigio autodidatta dell’ITC vittima di una cleptomania incallita; quella del dispensatore di aforismi e perle di saggezza, benchè criminale nell’anima, senza scrupoli; ricettatore, ricattatore, negoziatore indefesso di “merce” sgradevole, nottambulo alla Travis Bickle, ma senza opportunità di redenzione (che, d’altronde, mai cerca).

In poche parole: tutto e l’incontrario di tutto; un crogiuolo di contraddizioni trattenute dalla pretesa coerenza della sceneggiatura, che nulla ha che vedere con i ragionevoli conforti della verosimiglianza.

Una lucidità di intenti e di mezzi… che, peraltro, si sfilaccia, atratti, in fase di montaggio (ho percepito, in alcuni frangenti, un po’ di noncuranza, come, ad esempio, in occasione della scena finale).

 

Lo spettacolo non manca, ma, giusta l’esasperazione e le imperfezioni di cui si è detto, il centro del bersaglio lo lascia intonso.

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