Regia di Dan Gilroy vedi scheda film
Dal punto di vista tecnico professionale gli avrei assegnato un 8 come punteggio finale, perché il film è riuscitissimo nel suo intento è non fa una grinza, ma gli assegno l’insufficienza per provocazione e reazione psicologica all’angoscia che è riuscito a suscitare nello spettatore almeno minimamente dotato di coscienza, perché il film colpisce duro, in piena anima, è dirompente. Il personaggio principale, magnificamente interpretato da Gyllenhaal, è estremamente odioso, cinico, privo di scrupoli, intellettualmente dotato, osserva ed ascolta gli altri ed assorbe come una spugna, e poi cerca di persuaderli delle sue capacità con un elaborato linguaggio sofista. E’ uno psicopatico parassita disposto a tutto pur di aver successo ed appagare le sue ambizioni e megalomania, fino a punte di delirio di onnipotenza, arrivando a manipolare la realtà provocando situazioni pericolose con morti e feriti per poterle riprendere e rivendere alle tv commerciali locali (non solo per molti soldi ma anche per l’appagamento di fama e potenza). Scommetto che ogni spettatore ha sperato nel corso del film che venisse almeno incriminato per i numerosi reati che commette col suo osceno modo di lavorare e finisse in galera, poi con il progressivo peggioramento del suo immorale comportamento, privo di qualsiasi forma seppur minima di rispetto per la vita e la dignità umana, il desiderio si fa più risoluto augurandosi venisse ucciso in una delle occasioni pericolose da lui stesso create o nelle quali si immerge come un “cannibale” … Le occasioni ci sarebbero state per soddisfare le aspettative morali dello spettatore, ma non era questo l’intento degli autori (in antitesi con il politicamente corretto), lui è intelligente e pur nel suo delirio è lucidissimo e non solo sa sopravvivere in ogni circostanza ma punisce chi tradisce i suoi psicopatici canoni comportamentali, come il suo povero assistente, che verrà sacrificato per la sua massima gloria. Altro personaggio osceno ma più accettabile (più comune, soprattutto nell’iperteso ambiente televisivo americano dove la competizione e concorrenza è spietata) è quello della direttrice del tg di una rete locale interpretato dalla sempre bella e brava Rene Russo, che diviene in pratica complice dello psicopatico, per garantirsi lavoro e carriera. E’ un film angosciante che nonostante la repulsione che provoca ti cattura fino alla fine in attesa di un finale che si era intuito non poteva essere lieto, ma ancora più angosciante, di quelli che turbano ed inquietano per il loro iperrealismo ed accentuano l’insonnia e la depressione. Come sui pacchetti di sigarette, all’inizio del film qualche nota informativa precauzionale andava posta, "nuoce gravemente alla salute mentale dei soggetti psicolabili ed ipersensibili" …
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