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Lo sciacallo

Regia di Dan Gilroy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo sciacallo

di ethan
8 stelle

Lou Bloom (uno stupefacente Jake Gyllenhaal), ladro, falso e bugiardo, sbarca il lunario rubando materiale ferroso e reticolati, di notte, a Los Angeles e, durante il suo girovagare, si imbatte in una troupe che filma dal vivo gli episodi più cruenti di cronaca nera. Per lui è un'autentica folgorazione e, acquistando la necessaria attrezzatura - facendo ricorso ancora al furto - per le riprese, con una rudimentale telecamerina e un apparecchio per captare le frequenze della polizia, che darà il via a una scalata (all'apparenza) inarrestabile nel mondo delle televisioni che trasmettono, quasi in tempo reale, tali casi di violenza quotidiana, come una rapina finita nel sangue, uno scontro a fuoco tra polizia e una gang, un incidente con (possibilmente) dei morti o dei feriti agonizzanti, ripresi da vicino mostrando con dovizia di particolari tumefazioni varie, dandole in pasto al pubblico, sempre più in preda al voyeurismo e desideroso di vedere con curiosità morbosa fatti che accadono nelle città contemporanee.

'Nightcrawler', ossia 'colui che striscia nella notte', è la sulfurea opera prima di Dan Gilroy, autore anche della sceneggiatura originale (inserita nella cinquina ai prossimi Oscar), e già nel mondo del cinema da più di vent'anni come scrittore di film, che indaga su temi propriamente metacinematografici, in quanto si tratta di ciò che (noi, alla tv o al cinema) vediamo o, ancor più, ciò che chi riprende e poi mostra, decide quello che - di un determinato fatto o atto - vorrà far vedere: siamo di fronte quindi ad una vera e propria manipolazione dello sguardo che un pubblico, più o meno consapevole, subirà e per mezzo del quale, si formerà un'idea (sbagliata) di un avvenimento.

Tale tematica - al centro anche del film 'L'amore bugiardo' di David Fincher - è di grande attualità anche da noi, si pensi alle tante televisioni, sia nazionali sia locali, pubbliche o private che siano, che riempiono i palinsesti con racconti di cronaca nera, corredati con dibattiti fra 'esperti' criminologi e psicologi in cui spiegano la psiche deviata dell'(ipotetico) assassino di turno.

Dan Gilroy dirige con stile da (finto) B movie - vedasi le sequenze del massacro nella casa e lo scontro a fuoco tra polizia e delinquenti nel fast food - con solo qualche incertezza nella parte iniziale, dove la storia fa un po' fatica a mettersi in moto, per arrivare ad un crescendo inarrestabile con un susseguirsi di colpi di scena, fino al beffardo finale.

Un capitolo a parte lo merita la prova fornita da Jake Gyllenhaal, candidato al Globo d'Oro ma non all'Oscar - forse l'Academy si è 'spaventata' di fronte a un ruolo simile, forse meglio convergere su ruoli più 'rassicuranti', come il cecchino Chris Kyle di Bradley Cooper in 'American Sniper'  - per quella che, insieme al Jack Twist di 'Brokeback Mountain', è la prova più significativa sinora nella sua carriera: Lou Bloom, un nome un programma, è magro, esoftalmico, è disposto a tutto pur di ottenere quello che vuole, mente, ruba, sabota un concorrente (Bill Paxton), è un freddo calcolatore dai connotati diabolici (la macchina, che nella sua ascesa verticale cambia di livello ed è simbolicamente di colore rosso) e sciorina, a chiunque viene a contatto, lo sfortunato Rick (Riz Ahmed), che viene assunto alle sue dipendenze come assistente per le riprese e navigatore nelle sue spericolate guide per arrivare prima sul caso da riprendere, una sequela di frasi fatte su lavoro, contratti, prezzi e prestazioni, sempre con un sorriso più finto di quelli usati da un politico qualunque in campagna elettorale, stampato sul volto, e non arretra di fronte a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi, vale a dire vendere ad un prezzo sempre più alto i suoi filmati a Nina (una ritrovata René Russo), responsabile - dotata anch'essa di pelo sullo stomaco e disposta a tutto pur di far aumentare l'audience - di una tv locale specializzata in video sensazionalistici, nonché intessere una relazione con lei e, alla fine, fare della sua attività un business con dei dipendenti da inviare in giro per la città a filmare gli episodi di cronaca più sgradevoli.  

Contribuisce alla riuscita del film la sgranata e notturna fotografia firmata da Robert Elswit.

Voto: 7/8.

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