Regia di Dan Gilroy vedi scheda film
Cinico, cattivo, brutale, ma anche adrenalinico e martellante. Lo Sciacallo è un film che colpisce, premendo sul pedale laddove avevano gettato le premesse Cannibal Holocaust e il protagonista di The Night Flier. Sorretto da un allucinato e magnetico Jake Gyllenhaal (nomination al Golden Globe, ma avrebbe meritato l'oscar), è un film che punta il dito sul sensazionalismo giornalistico, sulla mancanza di etica e sulla freddezza emotiva. Il sacrificio di vite umane diviene occasione per far soldi e proporre le riprese più spettacolari e appetibili. L'apice del film si tocca nella scena in cui Gyllenhaal e René Russo si compiacciono per il servizio appena mandato in onda, una lunga sequenza dal sapore snuff in cui si assiste alla morte del socio del personaggio di Gyllenhaal. Quest'ultimo è un personaggio inaffettivo, ossessionato dal mondo giornalistico e non troppo dissimile a una personalità psicopatica. Un essere che sacrifica gli altri per perseguire il successo. La regia è molto action (incidenti automobilistici estremamente realistici), mentre la sceneggiatura (candidata generosamente al premio Oscar) presenta alcune semplificazioni poco tollerabili (la polizia non sequestra i video; Gyllenhaal conserva filmati compromettenti e la fa franca). Notevole il ritmo.
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