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Whiplash

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Whiplash

di giansnow89
8 stelle

Ambizione, perfezionismo, competizione: i drammi di un giovane uomo con grandi aspirazioni.

Qual è il confine fra il genio e la follia, fra il superamento dei propri limiti e l'alienazione sociale? Quanto siamo disposti, o quanto dovremmo essere disposti a sacrificare per avere il biglietto d'ingresso nell'Olimpo della storia e distinguerci da quella promiscua e chiassosa mediocrità che abita il mondo? Ne vale davvero la pena? Questa è la domanda che ci pone Whiplash. Il giovane protagonista, il batterista Andrew Neiman (Teller) è un ragazzo che possiede solo il suo talento e i suoi sogni. Quei sogni sono ancora fanciullesche speranze e tenui illusioni fino a che non viene notato dal direttore dell'orchestra del conservatorio, Fletcher (Simmons). Un Sergente Maggiore Hartman in salsa musicale. Qui Andrew conosce l'odore dell'ambizione e della competizione, e la grandezza, il primato, non sono più solo i desideri di un ragazzo, ma diventano il senso stesso della vita di un uomo. Il rapporto fra Andrew e Fletcher è il pilastro del film, un eterno susseguirsi di sintonia e conflitto, direi quasi di eros e thanatos. Andrew ama e ammira il suo maestro, e ne trae continua linfa per migliorarsi; e nel contempo coltiva un segreto odio, perché lui fra i batteristi dell'orchestra si sente il migliore e non sopporta di essere continuamente messo in competizione dal suo padre-padrone artistico con altri indegni persino di voltargli le pagine. Fletcher ugualmente sente di avere per le mani un cavallo di razza, lui che come stella polare della sua esistenza ha l'obiettivo di trovare il nuovo Charlie Parker; ma contemporaneamente in lui pare covare un'insana volontà di banalizzare, annientare, annullare il talento di Andrew. La sequenza finale è perfetta rappresentazione dell'illogica convivenza di eros e thanatos. Fletcher all'inizio dell'esibizione vorrebbe essere lui stesso il carnefice definitivo della carriera di Andrew; Andrew reagisce all'umiliazione con l'odio, rientra sul palco e si prende la sua rivincita su Fletcher col migliore assolo della sua vita. In una climax entusiasmante i due si riconciliano senza parlarsi, Fletcher comprende di aver, forse, trovato davvero la sua terra promessa, il nuovo Charlie Parker; e Andrew riconosce in Fletcher il motore autentico della sua scalata a quell'Olimpo agognato.

 

Il film non ci offre la risposta, non ci dice quale sia stato il destino di Andrew dopo quel formidabile assolo finale. Non ci dice se sia diventato davvero il miglior batterista del mondo, se sia impazzito, o se abbia cambiato lavoro, carriera, vita. Non esistono al mondo due parole più pericolose di "bel lavoro". Chazelle cattura il momento esatto, testimoniato dalle gocce di sudore e poi dal sangue, copioso, piagante, quasi delle stimmate, cattura il momento in cui Andrew ascende alla grandezza artistica. In quell'attimo di estasi creativa, Andrew è già il miglior batterista al mondo. Il dopo è un racconto superfluo e inutile.

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