Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Presentato in anteprima alla penultima edizione del Sundance Film Festival, "Whiplash" è solo l'ultimo di una serie di lungometraggi ambientati in un mondo, quello musicale, recentemente omaggiato da film come "Jimi -Is All By my Side" e "Tutto può cambiare", solo per citare alcuni di quelli giunti nelle nostre sale. Come già successo altrove, anche questa volta si trattava di mettere insieme linguaggi differenti -musicale e cinematografico- senza farne restare indietro uno dei due. E poi, almeno negli intenti della nostra storia, di trasformare la passione e il desiderio del protagonista in un afflato condivisibile da un pubblico quanto più eterogeneo. Chazelle ci riesce confondendo gli elementi paradigmatici di un racconto organizzato con una messa in scena al tempo stesso cerebrale (basti pensare all'utilizzo degli sfondi , quasi sempre immersi in un'ombra ancestrale ed evocativa della dimensione psicologica della vicenda), quanto pragmatica, costruita cioè su fatti sostanziali come lo sono le "fatiche" che il protagonista affronta nel corso del film. Ma "Whiplash" ha anche il pregio di farci scoprire un attore come JK Simmons, che fa di tutto per farsi odiare, e ci riesce grazie ad una performance che ricorda, per fisicità e perfidia, quella di L Gossett Jr. in "Ufficiale e gentlluomo". Se i membri dell'Academy se ne accorgono, la statuetta come migliore attore non protagonista avrà trovato un degno vincitore.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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