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Blade Violent - I violenti

Regia di Bruno Mattei vedi scheda film

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La recensione su Blade Violent - I violenti

di mm40
2 stelle

Blade violent - I violenti è l'ennesimo capitolo della saga di Emanuelle, piegata però alle esigenze di exploitation datate 1983; c'è un po' di filone carcerario (sponda femminile, si intende), c'è la giusta dose di sangue che qua e là sconfina nello splatter (l'evirazione è compresa nel biglietto) e, sopra ogni cosa, ci sono violenza & sesso. Nettamente prevalente la prima sul secondo, con una Laura Gemser abbastanza sperduta in una sceneggiatura - a firma Claudio Fragasso e Olivier Lefait - nella quale non è più, come nei film di Emanuelle, la sola protagonista al centro della scena e che si divide nettamente in due sezioni: la prima dentro alle prigioni e la seconda al di fuori, durante la folle e cruenta evasione. Una trama meglio organizzata della media dei prodottini a basso budget del periodo è sostanzialmente l'arma in più della pellicola, alla quale partecipano anche Gabriele Tinti e Franca Stoppi; Bruno Mattei ha l'accortezza di scegliere uno pseudonimo per firmarsi (Gilbert Roussel, che non utilizzava spesso). I mezzi sono ridotti e le idee, per quanto ce ne siano, non proprio originali; colpisce però la buona fattura della colonna sonora licenziata dal poco più che esordiente Luigi Ceccarelli. 2,5/10.

Sulla trama

La fotoreporter Emanuelle finisce in carcere; qui viene molestata e maltrattata finché alcuni carcerati che non hanno nulla da perdere organizzano un'evasione disperata, portando con loro alcune detenute. Fra queste c'è anche Emanuelle.

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