Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
David (Robert Montgomery) e Ann (Carole Lombard) Smith sono sposati da tre anni ma in ufficio da lui, un avvocato in carriera, un giorno arriva un notaio concittadino di Ann, che dice che per un cavillo legale il loro matrimonio non è valido. David vorrebbe tenere nascosta la questione a quella che legalmente non sarebbe sua moglie ma il notaio, uscendo, si reca anche da Ann e l'avvisa: questo genererà un'incomprensione e una rottura tra i due (non) coniugi con il socio d'affari di lui (Gene Raymond) a insidiare la donna e improbabili partner occasionali (Emma Dunn) per l'uomo a complicare il tutto.
'Il signore e la signora Smith' rappresenta un oggetto unico nella filmografia di Hitchcock in quanto è la sola opera ad essere completamente una commedia (sofisticata), incentrata sul tema classico dei problemi all'interno di una coppia e di tutti i disagi che ne conseguono: c'erano tutti i crismi per dare vita a un gran film, ovvero la sceneggiatura di un esperto come Norman Krasna, la presenza di una coppia di protagonisti di assoluta bravura come Robert Montgomery e soprattutto Carole Lombard, la regina della Screwball Comedy e in quel momento all'apice della sua fama, e il magic touch del maestro arrivato da poco dell'Inghilterra ma, nonostante il plauso della critica di allora, il film è il punto più basso nella parentesi americana di Hitch.
Più cose non funzionano: lo script parte da uno spunto interessante ma si perde in troppe divagazioni e la regia, pur costruendo buone sequenze in sé, non funziona a livello di ritmo e per una commedia è una grossa lacuna; a momenti spassosi, con trovate degne del miglior Hitchcock - la scena nella sala da ballo-ristorante affollata, con David che finge di dialogare con una avvenente ragazza in fianco a lui per 'depistare' Ann, si ubriaca e si dà un pugno sul naso è comicità pura, mentre quella con Ann e il socio di David sulla giostra nel Luna Park (tra i luoghi hitchcockiani per eccellenza) è un intermezzo 'vertiginoso' che ben si interseca nella narrazione - ne seguono tanti altri con situazioni tirate troppo per le lunghe, con i dialoghi che hanno spesso il sopravvento sulle immagini, fino al 'prevedibile' lieto fine.
Film di gran classe ma complessivamente poco ispirato: purtroppo è anche il penultimo film con la grande Carole Lombard, attrice di grande talento e straordinaria bellezza, ma l'ultimo che poté vedere alla sua uscita, poiché perì in un incidente aereo nel gennaio del 1942, a riprese ultimate di 'Vogliamo vivere' ma prima che il capolavoro di Lubitsch comparve sugli schermi.
Voto: 6.
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