Regia di Gary Shore vedi scheda film
Promettere fin dal titolo rivelazioni scottanti, a maggior ragione se si sta parlando di uno dei personaggi più frequentati e rivisitati dell’immaginario contemporaneo, è rischioso. In realtà, al posto di “Untold” ci starebbe perfettamente “Begins”, un po’ perché quest’ennesima incarnazione del conte transilvano è essenzialmente supereroistica (e dell’origin story da comic e cinecomix percorre pedantemente tutte le tappe), un po’ perché, con tutti questi pipistrelli svolazzanti, il collegamento con Batman è spontaneo e istantaneo. A tratti, Dracula Untold sembra pure la versione al maschile di Maleficent: un placido padre di famiglia e saggio governante, che tutti amano e chiamano con affetto “l’Impalatore” (ah, i peccati di gioventù!), viene forzato a votarsi al male dalla crudeltà altrui, ma non sfiora mai, per tutta la durata della pellicola, il pericolo di diventare davvero cattivo. Invece, sperimenta i suoi nuovi poteri tra i boschi, elimina da solo moltitudini di nemici in computer grafica, attento a non versare troppo sangue per evitare la censura; acquisisce la super-vista notturna a zoom da videogame in soggettiva e il super-controllo di super-volatili soprendentemente letali e malleabili; inscena un plot melodrammatico troppo consumato dall’uso, con abuso di effetti speciali da spot fantasy e con la speranza - dei produttori - di lanciare un nuovo franchise sui mostri Universal ricopiato da quello sui Vendicatori Marvel. Restare “untold”, in definitiva, era un’idea migliore.
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