Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Dopo l'esordio del 1950 (con Cronaca di un amore), nel 1953, al terzo film, Antonioni è già in grado di fare un'opera che inizia come un'intelligentissima e consapevole satira sul mondo del cinema («e quella sarebbe una contadina delle Calabrie?» commenta sarcastico lo sceneggiatore sul set, ammiccando a Lucia Bosè).
Con protagonisti produttori di basso profilo e di alte pretese finanziarie, interpretati dagli ottimi Gino Cervi e Andrea Checchi, si entra in un mondo che, come ormai sappiamo bene, è fatto di lustrini soltanto in apparenza.
Peccato che non tutto il film mantenga il medesimo tono satirico e si adagi, almeno a tratti, su un andamento melodrammatico, forse inevitabile. Va comunque riconosciuta ad Antonioni la capacità di creare un proprio stile che fa intravedere una forte personalità di regista, la quale si svilupperà pienamente negli anni a seguire.
Quanto a questa signora senza camelie, è già un bel ritratto femminile, di una donna sballottata tra le regole poco umane del mondo dello spettacolo e più in generale della società, gestita soprattutto da maschi meschini e con non molti scrupoli morali. (11 settembre 2018)
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