Clara Manni, ex-commessa, fa fortuna nel mondo del cinema. Di Clara si innamora un produttore: la sposa e mette in cantiere apposta per lei un "Giovanna d'Arco" che è un fiasco e lo porta alla rovina economica. Dopo averlo aiutato interpretando un film commerciale, Clara fugge con un diplomatico, ma anche questa storia d'amore finisce male e la donna, per rientrare nel mondo del cinema, deve adeguarsi alle parti insulse che le offrono. Antonioni attua una salutare lezione di cinismo rivolgendo il suo occhio attento e crudele sul mondo del cinema: gli studi. In questo meccanismo si perde una giovane e bellissima Lucia Bosé e una serie di altre figure caratterizzate in modo straordinario.
La scomparsa di Lucia Bosè è occasione per rivederla nel terzo film di Antonioni come travagliata figura di attrice emergente acerba ed ingenua, manipolata nella vita privata e nella carriera da un ambiente di uomini con pochi scrupoli. Un' impietosa rappresentazione del mondo del cinema italiano, fabbrica di illusioni e sogni dal brusco risveglio.
Venezia Palazzo del cinema. C.L. Un esile figura femminile vaga tra monumentali geometrie fasciste. P.P. "Sono un'attrice non una soubrette, sono una donna non una donnaccia". Musica stridente. Stacco.
Ci sono capolavori rifiniti e ci sono bozzetti d’autore. La signora senza camelie appartiene a quest’ultima categoria, perché è come un poema in versi sciolti redatto, con mano disinvolta ed esperta, in una gara per componimenti a soggetto: un’opera estemporanea in cui l’autore preme per esibire le proprie conoscenze e le proprie idee su un argomento che gli… leggi tutto
Il cast prometteva un'ottimo risultato ma fin dalle prime sequenze si rivelava un banale fotoromanzo tanto da decidere di non proseguire nella visione. Non basta la bellezza di Lucia Bosè e la bravura indiscussa di Gino Cervi e Andrea Checchi a farne un film accattivante. leggi tutto
Storiella con morale girata senza particolari ambizioni da un Antonioni ancora lontano dal 'suo' cinema. Poco più che un fotoromanzo, dove però i buoni sentimenti lasciano spazio ad una rassegnata constatazione dell'impietosa realtà. E questo è quanto di buono c'è nel film. leggi tutto
Scriveva Barbara Alberti con parole che possiamo tranquillamente applicare anche alla dama senza camelie, altro mondo stessa condizione:
“La Signora delle Camelie non è un romanzo da riassumere o da commentare: esso è semplicemente da leggere. Per i lettori maschi: aiuta a capire l’universo femminile, il migliore”.
Sinossi
Clara Manni, commessa in un negozio…
La scomparsa ad 89 anni per polmonite da coronavirus di Lucia Bosè è occasione per rivedere uno dei migliori film che la videro protagonista nel decennio del suo fortunato esordio, sotto la direzione di uno dei giganti del cinema italiano, Michelangelo Antonioni, anche lui agli inizi, essendo questo il suo terzo film da regista.
Il film racconta l'impatto col…
Interessante film del primo Antonioni.
Terzo film del regista diverso, come stile, da quello che diverrà poi il maestro del cinema dell'incomunicabilità.
Film che parla del mondo del cinema di produttori improvvisati e di attrici il cui successo viene mal utilizzato.
Vede come protagonista una bella Lucia Bosè(ben doppiata da Andreina…
Dopo l'esordio del 1950 (con Cronaca di un amore), nel 1953, al terzo film, Antonioni è già in grado di fare un'opera che inizia come un'intelligentissima e consapevole satira sul mondo del cinema («e quella sarebbe una contadina delle Calabrie?» commenta sarcastico lo sceneggiatore sul set, ammiccando a Lucia Bosè).
Con protagonisti produttori di basso profilo…
La signora senza camelie '1953 - Michelangelo Antonioni.
Clara Manni (Lucia Bosè) è una giovane attrice divenuta tale principalmente grazie alla propria bellezza, peculiarità che i produttori Ercole Borra (Gino Cervi) e Gianni Granchi (Andrea Checchi) decidono di sfruttare a proprio vantaggio, impiegandola come star principale all'interno di pellicole…
Una raccolta sui film in cui vengono raccontati i retroscena, i dietro le quinte, i trucchi, la lavorazione, le storie degli attori durante il lavoro: tutto ciò che riguarda la costruzione dell'opera…
Il cast prometteva un'ottimo risultato ma fin dalle prime sequenze si rivelava un banale fotoromanzo tanto da decidere di non proseguire nella visione. Non basta la bellezza di Lucia Bosè e la bravura indiscussa di Gino Cervi e Andrea Checchi a farne un film accattivante.
Un film sofferto e coraggioso, prendere un argomento come questo e farne un film, poteva ed ha disturbato non poco, essendo messo fin dall’inizio in seconda linea a livello distributivo. Il film doveva essere interpretato da Gina Lollobrigida, che era un astro nascente del nostro firmamento, nel senso che era il fenomeno divistico, cosa rara nel nostro panorama, e che poteva essere la…
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
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Commenti (5) vedi tutti
Ninte te di che 3
commento di Brady"E' la seconda volta che il cinema italiano del dopoguerra prende se stesso a soggetto delle sue narrazioni" (F.Rocco, 1953)
leggi la recensione completa di yumeLa scomparsa di Lucia Bosè è occasione per rivederla nel terzo film di Antonioni come travagliata figura di attrice emergente acerba ed ingenua, manipolata nella vita privata e nella carriera da un ambiente di uomini con pochi scrupoli. Un' impietosa rappresentazione del mondo del cinema italiano, fabbrica di illusioni e sogni dal brusco risveglio.
leggi la recensione completa di port crosVenezia Palazzo del cinema. C.L. Un esile figura femminile vaga tra monumentali geometrie fasciste. P.P. "Sono un'attrice non una soubrette, sono una donna non una donnaccia". Musica stridente. Stacco.
commento di michelCorreggetevi, "Cronoca di un amore" merita OTTIMO, non questo!
commento di ligeti