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La voce - Il talento può uccidere

Regia di Augusto Zucchi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La voce - Il talento può uccidere

di hallorann
4 stelle

La singolare vicenda di Alighiero Noschese, imitatore star degli anni sessanta e settanta, morto suicida nel 1979 fa da sfondo e da ispirazione a LA VOCE – IL TALENTO PUO’ UCCIDERE, regia d’esordio dell’attore-regista teatrale e cinetelevisivo Augusto Zucchi. Personalità fragile quella di Noschese, incline alla depressione, massone e iscritto alla P2 più per sopravvivenza nel mondo dello spettacolo che per convinzione, taluni aspetti ambigui e occulti della sua carriera hanno, appunto, ispirato una trama degna del peggior Giuseppe Ferrara.

locandina

La voce - Il talento può uccidere (2013): locandina

La figlia di Gianni - un imitatore che da semplice intrattenitore di night diventa improvvisamente erede del suo mito Noschese - indaga sul tragico suicidio del padre, con l’aiuto di un amico archivista e soprattutto “intervistando” l’analista con cui Gianni fu legato a filo doppio nella sua breve carriera. La voce del talentuoso imitatore viene sfruttata dai servizi segreti per un paio di telefonate finte ma utili per risolvere alcune grane di Stato. Una catena di suicidi deviati si srotoleranno fino alla conclusione.

Rocco Papaleo

La voce - Il talento può uccidere (2013): Rocco Papaleo

Non sarebbe stato meglio dedicare una biografia all’Alighiero (fu) Nazionale? Con gli elementi a disposizione perché non osare? Zucchi, invece, prende spunto e imbastisce in modo farraginoso e velleitario un thriller con la sordina, ambizioni da cinema di denuncia, incongruenze di sceneggiatura, luci cupe, ombre, vecchi e (col senno di poi) inquietanti filmati di repertorio tratti dalle trasmissioni di successo DOPPIA COPPIA e MA CHE SERA! Quest’ultimo venne considerato all’epoca un mezzo flop, poiché trasmesso nei giorni del sequestro Moro e per questo motivo chiuso in anticipo. La cappa oscura di quei giorni ebbe conseguenze nefaste sulla carriera dell’artista e di riflesso sulla sua esistenza. Diciamolo pure che, al di là degli eventi del ’78, il pur bravo Noschese con il fido Dino Verde ai testi puzzava di qualunquismo e le caricature sapevano di teatrino indigesto con satira all’acqua di rose. I legami con la massoneria accentuarono l’aria ammorbata da tivù democristiana fintamente riformista delle sue performance.

Rocco Papaleo

La voce - Il talento può uccidere (2013): Rocco Papaleo

Tornando a LA VOCE… il ruolo di Gianni è interpretato da uno spento Rocco Papaleo, Zucchi dall’interpretazione monocorde è lo psicanalista complice dei servizi sempre marci, poi sfilano Mattia Sbragia e Franco Castellano in ruoli da standard televisivo, sprecata Antonia Liskova, poco credibili Giulia Greco e Augusto Fornari.

Augusto Zucchi

La voce - Il talento può uccidere (2013): Augusto Zucchi

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