Regia di Ettore Pasculli vedi scheda film
“Italy amore mio” è il nome della pizzeria dove Alina fa la cameriera per aiutare i genitori; studia per diventare sarta ma sbircia dalle finestre la scuola di danza dove sono ambientati i suoi sogni. Alina ha il volto della brava e luminosa Eleonora Giovanardi, interprete teatrale già mamma da Mulino Bianco per Crozza nel paese delle meraviglie e qui trasformata invece in una Cenerentola rumena di oggi (ma “oggi” è un concetto sfuggente in un film privo di alcun connotato realistico). La ragazza entra nel corpo di ballo di nascosto dalla sua famiglia e lotta per realizzarsi con l’aiuto di un bidello prestigiatore di nome Elvis; mentre il papà prende accordi per farla sposare a un sinistro cliente, lei s’innamora di un insegnante di recitazione. Favoletta low budget il cui target di riferimento sembra essere una scolaresca elementare, il lavoro di Pasculli mette in scena una storia di riscatto dove la violenza e la paura sono desaturate e semplificate: donne maltrattate, straniere discriminate e bambini vittime di bullismo sono tutti buonissimi e candidi, tratteggiati in poche battute didascaliche, mentre i “cattivi” (padri padroni e spasimanti male intenzionati) hanno spessore da villain di cartone animato. Eccetto la Giovanardi, il resto del cast è al di sotto del livello di guardia e il titolo non inganni: dell’Italia e delle sue contraddizioni non c’è niente in questo film, se non le dimensioni da piccolo schermo, edulcorato e un po’ ipocrita.
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