Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Ad una donna che racconta la violenza sessuale appena subita, il dottore risponde che è necessario rivivere il trauma per superarlo: ecco, questo film - lungi dal farlo apposta - ha una consistenza psicologica a ridosso dello zero, e probabilmente dalla parte negativa. Perchè appare quanto mai ingiustificabile l'ironia su queste tematiche in un momento, come il 1973 in cui usciva questa pellicola, in cui il cinema italiano comincia a prendersi ampie libertà sia in campo sessuale (la commedia sexy) che in materia di critica sociale, prendendo spunto dalla cronaca (il poliziesco e poliziottesco). Qui siamo sul primo versante, quello delle battutine maliziose, dei nudi non sempre necessari e degli ammiccamenti che finiscono per andare ben oltre il limite del suggerimento; a salvare in parte una trama così frivola e prevedibile (inutile dire che la violenza sessuale, in sostanza, non è nemmeno stata consumata) giunge un bel cast, composto da ottimi caratteristi e volti di sicuro impatto: Carlo Giuffrè, Enrico Montesano, Luciano Salce (amico del regista e frequentemente utilizzato nei suoi film), Ninetto Davoli, Gigi Ballista, Leopoldo Trieste, Pamela Tiffin, Franco Fabrizi, Enzo Robutti. Sceneggiatura di Ghigo De Chiara su soggetto di Sindoni; non si va granchè oltre le solite macchiette e l'idea di partenza (critica 'di classe' all'incosciente idea borghese di divertimento) è ben presto superata da gag facilotte, doppi sensi, dialoghi banali. 2,5/10.
Festino privato di maturi borghesi: fra alcol e droga, ci scappa l'orgetta. Ma la padrona di casa, al risveglio, si rende conto di essere stata violentata: ma da chi?
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