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The Temptation of St. Tony

Regia di Veiko Õunpuu vedi scheda film

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L'autore

Badu D Shinya Lynch

Badu D Shinya Lynch

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La recensione su The Temptation of St. Tony

di Badu D Shinya Lynch
10 stelle


«Nel mezzo del cammin di nostra vita | mi ritrovai per una selva oscura | ché la diritta via era smarrita»

- La Divina Commedia / Canto I -

Persi nel bosco della vita, alla ricerca di invisibili e inafferrabili risposte. Tony - come Dante -, ad un punto cruciale del suo percorso vitale, si interroga, si cerca. Egli è buono? Perché uno dovrebbe essere buono? Quali sarebbero i benefici? Ecco l'Inferno, ma senza contrappassi danteschi : solo semplici e meschini uomini che compiono, una dopo l'altra, azioni malvagie, ingiuste - commettono il Male. A lui sta il compito di trovare la propria dimensione e, invece, allo spettatore l'impossibile missione di decodificazione coscienziale : Tony rappresenta la moralità in mezzo ad un contesto amorale, o raffigura l'implosa (e necessaria?) amoralità che si contrappone ad un mondo che descrive una morale esasperata? Sostanzialmente, egli è un angelo tra i demoni o, vista la paradossale differenza numerica, è un disonesto in mezzo agli onesti? Ed è proprio qui che sta l'abilità di Veiko Õunpuu, ossia quella di depistare lo spettatore, di non fornirgli alcuna sicurezza, di lasciarlo sospeso tra il giusto e il sbagliato - lo stimola, fa sì che, come Dante e Tony, egli si interroghi. L'Odissea è l'esperienza umana : un'odissea che prende forma attraverso le tenebre presenti nel cuore di ogni persona, necessaria per (ri)trovare il proprio Io o, semplicemente, (ri)scoprire il nulla che accompagna l'esistenza ; ecco che il Mondo è diventato dunque la sala d'attesa per l'inferno : si compiono inganni, misfatti, nefandezze, commerci carnali, tradimenti, speculazioni - bisogna riempire abissali vuoti cosmici e metafisici attraverso sobri atteggiamenti inumani o, probabilmente, tramite estremi comportamenti umanizzati, una sorta di "Cannibalismo istituzionalizzato" : uomini che mangiano altri uomini, che trascendono il giusto dall'ingiusto, una paradossale e obbligatoria immissione nella società odierna, un gesto iniziatico per diventare parte (dis)integrante di questa umanità svuotata, senza più valori, senz'anima ; di conseguenza abbandonare la natura amorale per (im)mischiarsi in questa collettività slabbrata, dilatata - irrealmente reale. Lasciarsi contagiare da questa malattia moralizzata. La ribellione è inutile e Tony è destinato a perdere, rimane un'unica non-scelta : la sottomissione assoluta e una vita piena di trasversale energia e divertimento - L'uomo è una voragine senza fondo. Il protagonista pare l'unico in tutta la vicenda a porsi delle domande di tipo etico, mentre attorno a lui il Male continua ineluttabilmente a perpetrarsi sotto varie forme, a stritolarlo e a spingerlo verso un ipotetico sottosuolo esistenziale che oscura totalmente la coscienza di Tony, destabilizzando il suo equilibrio spirituale. Ci si può aggrappare alla fede? No, perché Dio sembra nascondersi, non è presente, o forse si mimetizza in mezzo alla foll(i)a umana. Il protagonista, come il pubblico, sembra disorientato, e inconsapevole avanza alla cieca attraversando questa indigenza antropica, impossibilitato a qualsivoglia appiglio etico proprio perché l'intera vicenda è permeata da una sorta di surrealismo metafisico, quindi non solo relativo al cinema, ma è un discorso più complesso e articolato che si avvicina a tutto ciò che riguarda la vita, la realtà quotidiana. Tutto è avvolto dalla nebbia, ogni gesto è ricollegabile ad un'indispensabile ed ineluttabile bestialità - il mondo si palesa, il Tutto si leva la maschera. "L'amor(alità) che move il sole e l'altre stelle".
The Temptation of st. Tony è un'opera di una bellezza sconvolgente ; un'esperienza dirompente, metacinematografica. Un film che tiene sospeso lo spettatore tra l'astratto e il concreto, tra l'invisibile e il visibile. Una catarsi indecifrabile, avviluppata da un bianco e nero asfissiante e necessario. La regia è straordinariamente "differenziata" : si passa dall'Immagine ipnotica e atemporale relativa ai piani sequenza tipici del cinema tarriano, a sequenze esplosive, immagini nervose, impazzite, quasi zulawskiane - la visione stessa diventa sepolcrale, ultima. Atmosfere Oltre. Una pellicola incredibile e spiazzante ; impossibile non pensare (almeno un po'), oltre al già citato Tarr, a Herzog, Bartas, Tarkovskij e, perché no, a Manuli. Alcune sequenze oniriche e angoscianti potrebbero pure far pensare alle atmosfere lynchiane, ma, a proposito di David Lynch, sembrerebbe più opportuno citare Eraserhead : Tony pare essere la versione anagraficamente più adulta, che tenta di collegarsi all'attuale realtà societaria, di Henry Spencer ; entrambi appaiono smarriti, fuori posto e fuori tempo, sembrano vagare nell'incubo, perennemente insicuri, dubbiosi. E' solo l'inizio della fine.

"Quando un sacco di rimedi sono suggeriti per una malattia, significa che questa non può essere curata"
- Anton Cechov -

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