Regia di Luna Gualano vedi scheda film
Un Serial Killer rapisce 10 persone, tra cui la figlia di un senatore.
Contatta il capitano dei carabinieri Brunetti tramite skipe, chiedendo il riscatto di un milione di euro per non uccidere la ragazza. Capitano, magistrato e senatore decidono di pagare il riscatto, non rispettando la legge del blocco dei beni in caso di rapimento. Inizia così una lunga trattativa tra serial killer e il capitano dei carabinieri, che baratta l'uccisione degli altri rapiti in cambio di quella della vita della figlia del senatore. Ma cosa vuole in realtà i rapitore? Solo i soldi? O altro?
Si capisce presto che è una lontana vendetta ai danni del capitano quella che il rapitore sta mettendo in atto. Infiltratosi come uomo delle pulizie all'interno della caserma, il serial killer ha messo telecamere nascoste nell'ufficio del capitano, in modo da spiarlo continuamente in ogni sua decisione. Con l'imbroglio riesce ad entrare in casa sua per nascondere una piccola telecamera, avvicinandone la moglie e la sua piccola bambina di pochi mesi.
Cosa vuole realmente il rapitore dal capitano? Io ora lo so, ma non lo voglio rivelare, è bello scoprirlo piano piano così come la storia ce lo mostra.
Un buon film, una storia molto originale che nasconde un messaggio amaro, che fa riflettere: il vero valore della vita umana. Il genere horror riesce ancora a fare politica, in questo caso anche a far riflettere.
Buone le scene di “splatter”, con ottimi effetti speciali. Bravi gli attori, tutti.
Buona la regia, la prima per Luna Gualano, che dimostra di saperci fare con la macchina da presa, di saper cogliere lo spirito giusto della storia, non soffermandosi tanto sulle scene truculente, ma preferendo sottolineare più l'aspetto psicologico dei personaggi. Unica critica che mi viene da fare è sull'utilizzo del metodo di narrazione. Tutta la storia è raccontata tramite le riprese delle piccole telecamere a circuito chiuso nascoste dal rapitore. Questo in alcuni casi limita e rende anche poco credibile alcuni passaggi del film (perché il rapitore sistema le telecamere in alcuni posti poco utili al suo piano criminoso ma solo funzionali al film? Perché, una volta scoperte, il capitano non fa levare le telecamere dal suo ufficio?).
Nonostante questa sia la prima opera di Luna Gualano, la giovane regista (una regista donna nell'horror, una vera rarità) dimostra di avere una certa maturità nel modo di affrontare una storia horror del tutto anomala. Non si lascia prendere la mano con le scene di sangue, si concentra tantissimo sulla evoluzione della storia, sui particolari importanti che rendono il film buono, davvero buono.
Il film è scritto da Giorgio Amato, nel 2011 regista di “Extreme-Circuito Chiuso”, che sto tenendo d'occhio da un paio d'anni... con ragione.
Un finale di forte impatto, in cui tutto torna. Il piano del diabolico rapitore non fa una grinza, e le sue giustificazioni, per quanto agghiaccianti, hanno una logica disarmante che lascia lo spettatore spiazzato.
Un vero colpo di scena.
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