Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Prima Bette Davis poi Kim Novak e infine Beryl Reid. Le donne di Aldrich vivono sullo schermo e si deteriorano fuori da esso, costrette a portarsi appresso un bagaglio artistico fragile e al tempo stesso ingombrante. Film eccessivo e dolcemente squilibrato, attaccato a una forma di intrattenimento “campy” ma anche fonte di illuminazione morale. Grandiosa Beryl Reid, paffuta, sagace, perennemente sopra le righe eppure di una spontaneità disarmante. Il finale è un agghiacciante duello di destrezza attorale fra archetipi femminili antitetici.
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