Regia di Max Ophüls vedi scheda film
Sarebbe uno di quei classici drammi degli anni '30 "La signora di tutti" fatto di amori traditi, passioni infrante, eros e thanatos che si fronteggiano continuamente in una lotta senza vincitori nè vinti. Tuttavia Max Ophulus mostra tutta la sua maestria nel non scivolare troppo nel melodrammatico (più all'inizio che nel finale, a dire il vero), confezionando un film che risente della tradizione del cinema muto fatto di una capacità espressiva e impressionista che va al di la dei dialoghi, alquanto scarni. Ne risulta cosi' un film che è come adagiato in un guado tra la forza evocativa delle immagini e l'innovazione del dialogo come filo conduttore delle immagini stesse. La figura della diva presto dimenticata dal pubblico, dopo una vita all'insegna degli scandali, è cosi' metafora perfetta della salita e discesa di un mondo fatto di illusioni e suggestioni, un cinema che solo allora diventava grande catalizzatore sociale.
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