Regia di Philipp Kadelbach vedi scheda film
Un corposo dramma bellico, che racconta - tramite la voce narrante di uno di loro - la storia di cinque giovani amici tra il maggio del 1941 ed il maggio del 1945. I protagonisti sono un valente ufficiale, il fratello minore soldato demotivato, un'infermiera alle prime armi, un sarto ed artista ebreo, la sua compagna, una ragazza con velleità di spettacolo e canto. Le complesse vicende nelle quali sono coinvolti, tra Berlino, il Fronte Orientale e la Polonia, cambiano radicalmente le loro vite. Senza entrare nei dettagli delle singole storie, potremmo rintracciarne il senso all'interno di un unico percorso affrontato contemporaneamente attraverso esperienze di dolore, violenza, morte, separazioni forzate, di quanto falsi, ed ingannevoli si sono dimostrati gli ideali nazisti. La guerra è presentata come immenso macello di corpi e di anime, capace di trascinare nel baratro dapprima le popolazioni dell'Europa dell'Est, e poi l'intero popolo tedesco. Interessante come il regista tratti alcune tematiche con prospettive più moderne, operando tra gli stessi personaggi tedeschi distinzioni circa l'atteggiamento tenuto verso le altre persone. Le SS sono tratteggiate indistintamente come "anime nere" del nazismo; tra i militari, ben pochi sono felici di trovarsi a combattere. Dopo le prime inebrianti avanzate, la guerra mostra ai soldati il suo vero volto, tra sangue, fango, morti improvvise ed inutili. L'orrore dei combattimenti si rivela poi nei confronti del personale medico, che nelle immediate retrovie è chiamato al difficile compito di curare al più presto i feriti e dare fugace conforto ai moribondi. Più a ovest, si consumano i drammi dell'Olocausto, e del crollo delle residue illusioni dei civili tedeschi, costretti a vivere sotto il controllo sempre più morboso della polizia politica. Grazie alla lunga durata del film, il regista può approfondire lo studio sulle metamorfosi che subiscono i caratteri dei cinque ragazzi. Il giovane soldato non trova motivazioni per combattere, ma impara ad uccidere per sopravvivere e si compre di medaglie, fino alla morte, quasi cercata, per salvare altre vite. Il fratello ufficiale perde ben presto l'entusiasmo iniziale ed i gradi, concludendo la guerra in un battaglione di disciplina. Il sarto ebreo, che meglio dei suoi amici e dei suoi stessi genitori, riesce a prevedere la portata della tragedia imminente, riesce a scampare alla deportazione in un lager, si aggrega ai partigiani polacchi e si mette sulle tracce della propria donna, che scopre essere stata giustiziata in conseguenza degli intrighi di un agente della Gestapo, suo ex amante e scampato alla guerra perchè postosi alle dipendenze degli occupanti americani. Questa donna, prima di essere imprigionata e giustiziata, gode dei un effimero successo nel mondo dello spettacolo, per poi trovarsi improvvisamente precipitata nell'orrenda realtà della guerra, e subire così il proprio crollo delle illusioni. Infine, l'infermiera, innamorata non dichiarata dell'ufficiale, vive i suoi quattro anni di guerra tra i dolori degli ospedali militari, e sopravvive grazie ad una lungimirante donna ebrea che ella stessa aveva precedentemente denunziato ai superiori. Il film gode di una vasta pluralità di ambientazioni, città, campagne, foreste. Di particolare effetto, la ricostruzione del Fronte Russo d'inverno, una distesa bianca in cui agiscono soldati tedeschi infagottati e male equipaggiati. Sono presenti molte scene d'azione e nel complesso il film è piuttosto crudo. Allo spettatore non è risparmiato il sangue. Ho apprezzato il realismo di mezzi militari e costumi, anche nei dettagli (fascia al braccio con siglia AK per i partigiani polacchi; non si vede però alcuna scritta SS, presumo per vincoli imposti dalla legislazione tedesca); la colonna sonora non è invasiva, e ben si sposa alle tonalità drammatiche delle vicende. L'intreccio della vicenda è però poco plausibile; nonostante la sequenza di disgrazie nelle quali incorrono, i cinque finiscono per incrociarsi ripetutamente nell'immenso teatro bellico orientale. Comunque una buona produzione, ricostruzione realistica degli sconvolgimenti che eventi di immensa portata possono recare alle semplici vite di singole persone.
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