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La signora della porta accanto

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su La signora della porta accanto

di Antisistema
9 stelle

"Nè con te, nè senza di te"

Un autore dopo una lunga carriera, tende sempre di più a depurare le scorie superflue all'interno del proprio cinema per giungere all'essenziale, Truffaut elimina il superfluo per dare pieno sfogo alla fiamma della passione inarrestabile che ancora divampa dopo 8 anni di lontananza tra Bernard (Gerard Depardieu), età 32 sposato con Arlette e padre di Thomas, e Mathilde (Fanny Ardant), da poco sposatasi con Philippe e recentemente trasferitasi con lui a Grenoble, cittadina nell'entroterra provinciale francese. 
Il regista rispetto agli esordi avrà tradito le idee con cui era partito dal punto di vista artistico, ma a livello stilistico non gli si può rimproverare nulla avendo raggiunto la totale fusione tra stile e contenuto, nè il suo di rigore poetico ne ha sofferto nonostante si sia venduto al sistema, perchè il suo cinema non ha perso d'intensità ed è ancora capace di vampate incandescenti che ricordano il furore delle sue prime pellicole, introducendo la vicenda tramite la signora Odile Jouve (un espediente da Nouvelle Vague), che porta lo spettatore nella storia, narrando della vicenda avvenuta tra Bernard e Mathilde, cominciata 6 mesi prima, con conseguenze devastanti. 
La passione è un entità irrefrenabile contro la quale è impossibile ogni volontà umana tendente ad arginarla, è una fiamma ardente come quella dell'incendio nella cucine dalla signora Jouve, al quale Mathilde cerca tramite l'estintore di estinguerlo riuscendoci in apparenza, ma risulta ben conscia di come quel fuoco che le brucia dentro sia di nuovo pronto a riformarsi ancora e ancora, perchè la miscela che gli dona vita non può essere soppressa nè tantomeno controllata dalla donna. Si intuisce come tra Bernard e Mathilde ci siano stati anni di travolgente passione, senza però che tale reciproco amore si sia mai potuto "istituzionalizzare" in un matrimonio, finendo con lo scatenare litigi e violenze, che hanno portato alla separazione tra i due, dove ognuno ha cercato di condurre la propria vita come meglio credeva nel tentativo (illusorio) di dimenicare il passato. Diviso da una netta cesura violenta, la prima parte della Signora della Porta Accanto (1981), si concentra su Bernard, un uomo di provincia rispettabile con una moglie ed un figlio adorabile, ma il fato laico ha posto nuovamente nulla sua strada Mathilde, stavolta però la donna è sposata con il suo nuovo vicino di casa philippe e Bernard stizzito, ma al contempo tacendo il tutto alla moglie sulla sua conoscenza della donna, cerca di evitarla in tutti i modi, dando buca alla cena organizzata da Arlette con i vicini e cercando di ridurre le occasioni di incontro con i suoi vicini per evitare di cadere nella trappola, in cui però suo malgrado ci finirà perchè Mathilde cerca di approcciarlo in vari modi e l'uomo cede al richiamo della passione, conducendo così una relazione segreta con la sua ex-fiamma. L'amore prima di trasformarsi in dolore perpetuo, viene vissuto con puro sentimenti gioioso da parte di Bernard e Mathilde, entrambi ipocritamente mentono ai propri rispettivi coniugi e di frequente di incontrano in una camera d'albergo, dove le chiavi assenti e le porte chiuse. più che essere inquadrate da Truffaut in senso opprimente e moralistico, assumono un senso di garbata commedia sofisticata alla Lubitsch, dove ci si fa beffe dell'attuale situazione coniugale di Bernard e Mathilde, per celebrare il piacere di abbandonarsi alla passione d'amore incondizionata, senza che vi sia la solita cappa moralistica tipica di tanto cinema americano edificante, dove chi fa sesso solitamente viene ritratto come un personaggio stronzo; Truffaut depura l'immagine da ogni sovrastruttura morale, dando spazio solo al sentimento irrefrenabile tra i due personaggi. 

 

Fanny Ardant

La signora della porta accanto (1981): Fanny Ardant


Il piano d'ambientazione iniziale, dove le case di Bernard e Mathilde s'incrociano nello "sguardo" tra loro, riflette l'ineluttabilità del sentimento tra Bernard e Mathilde, i quali non possono fare a meno di cadere nel medesimo centro di gravità più e più volte, anche quando vorrebbero sottrarvisi, ma ciò è impossibile, perchè oramai sono succubi di tale sentimento che li spinge a reazioni estreme; Bernard è sempre più ossessionato da Mathilde, tanto da avere un approccio con la donna sempre più sfacciato ed incurante della luce del giorno e dei possibili sguardi altrui che potrebbero carpire la realtà dietro la finzione, mentre la donna è combattuta tra il sentimento il suo ex-amante e il legame attuale verso Philippe, cercando più volte di mettere fine agli incontri clandestini con Bernard, venendo travolta però dalla furia ardente ed incontrollata di quest'ultimo.
Il sentimento da piacere gioioso e "sbarazzino" con cui Truffaut era giunto a conseguenze positive nel suo film precedente L'Ultimo Metro (1980), qui ritorna nei territori malati ed autodistruttivi di cui era pregno in Jules et Jim (1963), La Sposa in Nero (1968) e Le Due Inglesi (1971), perchè l'amore tra i due non si cura invece dell'attuale situazione istituzionale in cui sono inseriti i due protagonisti, così la seconda parte della pellicola se vede eclissarsi Bernard (ma in modo invano), mette al centro Mathilde e la sua sofferenza, che la conduce a logorarsi; rimprovera a Bernard di non avere mai tempo per parlare nei loro incontri, ma in realtà i due a livello verbale non hanno niente da dirsi, perchè comunicano benissimo quando sono presi dal vortice della passione, contro il quale è inutile porre qualsiasi argine artificiale come la comunicazione verbale, poichè sarebbe destinato a venire travolto dalla furia del sentimento che nella pellicola diviene vero e proprio personaggio, che sfrutta come marionette Bernard e Mathilde per farsi vero e proprio protagonista. 
La signora Jouve nonostante la menomazione permanente alla gamba, con il suo essere sagace, vitale, ironica e dotata di grande umanità, è la prova vivente della maggiore sensibilità delle donne in amore. Nel rapporto di coppia secondo il cineasta è sempre la donna a soffrire di più o comunque mettere molto di sè stessa nel sentimento, giungendo a soccombere psicologicamente di fronte al cannibalesco integralismo del'amore. Al pari della signora Jouve, costretta ad allontanarsi da Grenoble per non incontrare l'uomo di cui era stata innamorata e da cui era stata crudelmente abbandonata, Matilde investe tutta se stessa, fino all'esaurimento nervoso e al ricovero in clinica, nel rapporto con Bernard, al cui confronto l'uomo appare violento, impulsivo ed egoista; "Io ti amavo, tu eri solo innamorato", dice Matilde a Bernard, quasi a sancire il loro differente modo di vivere il sentimento. Impossibilitati a gestirlo e divenuto oramai una routine di dolore, se la signora Jouve ci offre uno sguardo distaccato e disincantato nei confronti dell'amore (ma anch'ella soffre comunque), Mathilde ne è vittima fatalistica insieme a Bernard, allo stato delle cose l'amore divenuto malattia volontariamente incurabile, c'è solo la soluzione prospettata da Mathilde nel finale con cui si chiude il cerchio ed in un certo senso tutto il cinema di Truffaut, perchè Eros e Thanatos vanno sempre a braccetto tra loro, compagni inseparabili e ineludibili dell'umana esistenza.
L'apice del pessimismo di Truffaut, che aderisce ad una forma più classica rispetto al furore sperimentale degli esordi, senza però mai  svendere il suo cinema alle mode del momento, poichè non rinuncia mai al profondo scandaglio psicologico dell'animo umano presenti in questo capolavoro (in alcune critiche americane recenti ho letto che il film fa schifo perchè Mathilde ama un uomo violento, come al solito non avete capito nulla della pellicola nè della poetica di Truffaut che non vi meritate, qui il protagonsita è la passione e se non lo capite guardatevi le vostre stronzate da oscar per educande, perchè il vero cinema non lo potete capire), attuato anche grazie alle monumentali interpretazioni di un Depardieu ben lontano dai suoi ruoli odierni (io lo conoscevo per i film di Asterix e Obelix) e da un'intensa Fanny Ardant, ultima compagna di vita del regista e per questo autrice di una prova di sconvolgente e sofferta profondità. 

 

Gérard Depardieu, Fanny Ardant, Henri Garcin

La signora della porta accanto (1981): Gérard Depardieu, Fanny Ardant, Henri Garcin

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