Regia di François Truffaut vedi scheda film
L'amour fou è una costante del cinema di Truffaut sin dai tempi del mitico capolavoro "Jules e Jim" e poi in altri film come "La sposa in nero", "Le due inglesi" e in particolare l'altrettanto bellissimo "Adele H" sulle pene d'amore della figlia di Victor Hugo. "La femme d'a cote'" è un film in un certo senso riassuntivo di questa componente del suo cinema perché è il penultimo film del regista francese, che disse che per lui poteva essere paragonato ad una canzone di Edith Piaf. Un film che mette l'accento sulla sofferenza e il dolore, più che sulle gioie del trasporto amoroso, ma che non risulta mai gratuito o ridondante. La passione di Bernard e Mathilde è a senso unico, non concede tregua e non si preoccupa delle circostanze secondo cui entrambi si sono sposati con altre persone, ma purtroppo non può che inserirsi in una spirale autodistruttiva. Fanny Ardant è stata l'ultima compagna nella vita di Truffaut e porta al film il dono di un'intensità a tratti sconvolgente, in una delle sue migliori e più sofferte interpretazioni; Gerard Depardieu torna con Truffaut dopo il grande successo di "L'ultimo metro'" ed è un Bernard travolto da eventi su cui non sembra avere presa, quasi una vittima del fato. Il film è una variazione su un tema particolarmente caro a Truffaut, girato con rigore e sobria efficienza, una sceneggiatura essenziale ma perfettamente centrata sul tema, che non si perde in divagazioni inutili (anche la vicenda speculare di Mme Jouve, la proprietaria del circolo di tennis che fa da cornice alla vicenda, rimanda alle sofferenze patite dalla coppia di protagonisti). Rispetto a "L'ultimo metrò" ebbe un minor successo di pubblico, ma si potrebbe preferire questa pellicola in virtù di una regia davvero eccellente dove Truffaut é ormai perfettamente padrone della materia, dei personaggi e dell'intrigo, un cinema classico ormai non più Nouvelle vague che in qualche modo si riallaccia ancora al Noir, un inno d'amore alla sua ultima compagna di vita, una riflessione straziante sul dolore dell'esistenza.
Voto 9/10
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