Regia di François Truffaut vedi scheda film
L'amor fou e la fissazione amorosa. Truffaut, alla soglia dei cinquant'anni, procede sempre più spedito ed indifferente delle reazioni circostanti (nonchè dei tempi che cambiano attorno a lui) a proporre il suo ormai riconoscibilissimo intreccio fra letteratura romanzesca e cinema classico. La follia che divora gli amanti: Mathilde, la signora della porta accanto, l'abbiamo già vista tante altre volte nella produzione del regista francese: è Adele Hugo (però non ricambiato dall'oggetto del suo desiderio), è il personaggio di Belmondo ne La mia droga si chiama Julie (però Julie, fondamentalmente, non esisteva: lui ne amava la 'sosia'), è la disperata ricerca di un uomo dell'omicida Clarissa (Mica scema la ragazza) o la vendetta della Sposa in nero, è l'impossibile riduzione del triangolo ad un rapporto amoroso sano (Jules e Jim, Le due inglesi, anche La calda amante per certi versi)... e così via. Perchè nel cinema di Truffaut tante cose tornano, come ad esempio l'amore per la letteratura: questa volta a pubblicare un libro (dopo Le insalate dell'amore di Doinel, L'uomo che amava le donne, il romanzo autobiografico di Claude de Le due inglesi) è Mathilde, il personaggio della Ardant. Che qui entra di prepotenza nell'opera e nella vita di Truffaut - e verrà infatti riconfermata come protagonista del successivo Finalmente domenica. Il melodrammone de La signora della porta accanto è fuori dal tempo e questo è il suo difetto principale (nonchè, se si vuole, il pregio); nonostante la durata 'umana' (un centinaio di minuti) è però prolisso e dotato di un ritmo blando, trascinandosi in qualche modo verso un prevedibile colpo di scena finale.
Una tranquilla coppietta di coniugi saluta l'arrivo dei nuovi vicini. Ma la signora della porta accanto è l'ex amante del marito, col quale presto ricomincia la passione. Non esistendo modo di fermarla, l'unica soluzione pare quella dell'omicidio-suicidio. A raccontare tutto questo è una conoscente di entrambi, una signora di una certa età che anni prima si sfracellò dal settimo piano per una delusione d'amore e oggi sembra fisicamente (ma anche psicologicamente) piuttosto provata.
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