Regia di François Truffaut vedi scheda film
Una bella storia d'amour fou come sarebbe piaciuta ai surrealisti, anche se ovviamente il film di Truffaut la filtra attraverso tutte le conoscenze dell'uomo moderno, ma lo fa talmente bene che nemmeno ce ne accorgiamo, e, a parte qualche espediente moderno (le auto, la pistola, il cinema, il tennis) possiamo pensare la vicenda ambientata in qualsiasi epoca. La signora della porta accanto è un bel film recitato da due attori in stato di grazia, anche se paradossalmente, almeno secondo me, sono proprio alcune scene tra Depardieu e la Ardant nella prima parte del film quelle meno riuscite. Per il resto c'è la grande passione di Truffaut per le storie, per l'umanità, per il cinema e per la donna in sé (anche se talvolta si lascia un po' prendere la mano dalla sua personale attrazione per la Ardant, sua compagna fino alla morte), che gli guadagnò, in questa ultima fase della sua carriera, la nomea di neoromantico. Certo, qui eccede un po' nel patetico, che non è sublimato dall'ironia di "Jules e Jim" né dal vitalismo di "Le due inglesi": in questo amore disperato c'è vera sofferenza, per una storia d'amore che, nonostante faccia dire alla protagonista di non rimpiangere niente ("je ne regrette rien"), si può riassumere con la massima "né con te né senza di te". «Con te perché mi uccidi, senza di te perché muoio»
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