Regia di Marc Lawrence II vedi scheda film
Qualche battuta è inadeguata, ma le pur morbide frecciatine ad Hollywood arrivano al bersaglio.
Così come Scrivimi una canzone riguardava la stesura di un pezzo musicale, Professore per amore – titolo italiano ingannatore: più indovinato quello in inglese – indaga le giuste metodiche di strutturazione di un copione cinematografico, con Hugh Grant nei panni di uno sceneggiatore premio Oscar "decaduto" e alla canna del gas che afferra l'occasione di un incarico come insegnante. Naturalmente, finisce per prendervi gusto e allarga la propria cerchia relazionale. I temi messi al vaglio sono i soliti (la seconda opportunità, il ricambio generazionale in ambiente lavorativo, la difficoltà di lasciarsi alle spalle il passato), e il debito con School of Rock, modello taciuto, è irreparabile, però si ha quasi sempre la bella sensazione di bere un bicchiere di una bibita fresca e con tante bollicine: humor britannico a mitraglia, citazioni, disimpegno e leggerezza, ritmo gradevole, cast assortito e spiritoso (J. K. Simmons è impagabile). L'inizio non prende, la storia si dilunga, e qualche battuta è inadeguata, ma le pur morbide frecciatine ad Hollywood arrivano al bersaglio, e l'onta che Marc Lawrence, regista e autore del film, aveva incassato con Che fine hanno fatto i Morgan? può dirsi colmata. Marisa Tomei ha già cinquant'anni e non si direbbe affatto.
Tende al blues il sottofondo composto da Clyde Lawrence.
♥ Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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