Regia di Nick Cassavetes vedi scheda film
Cameron Diaz è una principessa del foro che dorme tra due guanciali, cammina su un paio di trampoli e fa sesso su qualsiasi superficie. Cresciuta evidentemente con le due verità, quella inopinabile secondo cui “se non ti richiama non gli piaci abbastanza”, e quella popolare per cui “se bella vuoi apparire molto devi soffrire”, incontra un uomo altrettanto bello che la richiama. Ciò non toglie che sia sposato con Leslie Mann, regina delle casalinghe disperate che ha dimenticato la pratica della depilazione e sente il bisogno di un corso per espandere la propria capacità cerebrale. Nessuna sa dell’altra, compresa una terza - la prorompente giovincella Kate Upton -, poi s’incontrano e diventano tutte contro lui. Avrebbero meritato di meglio. Perché l’oggetto della contesa è un traditore seriale proprietario di auto sportiva e campionario di ruffiana galanteria d’antan, ma la commedia è un contenitore di gag non meno datati. Su una premessa di sorellanza prima forzata quindi sincera s’innestano situazioni riciclate senz’estro dal genere vomito-nella-borsa e incontinenza fecale, srotolate in sequenze tanto lunghe da sembrare più naïf che imbarazzanti. Non c’è smalto tranne quello sfoderato dalle protagoniste - assieme a bikini mozzafiato etc: la Diaz è ancora perfettamente a suo agio col suo corpo tonico lanciato nel politicamente scorretto (o semplicemente insulso), la Mann è una grandiosa scoperta per chi non frequenta il cinema di Judd Apatow. E, forse, dovrebbe.
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