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Smetto quando voglio

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio

di supadany
7 stelle

Finalmente qualcosa si muove, qualcuno ci prova, con un po’ di sfrontatezza e quell’inesperienza che in un’opera prima può essere tollerata, Sydney Sibilia (no, non è un nome d’arte) potrebbe essere quasi considerato un “rottamatore” all’interno del panorama cinematografico italiano.

Già il suo corto “Oggi gira così”, presente sul bluray, faceva intendere un certo spirito anarchico, anche se in questa forma c’è uno spazio espressivo maggiore, che, un po’ ripulito, ritroviamo nel suo primo (fortunatissimo) lungometraggio.

Da anni precario all’università nonostante non gli manchino le capacità, Pietro Zinni (Edoardo Leo) si ritrova disoccupato e con le spalle al muro.

Non dice la verità alla sua compagna Giulia (Valeria Solarino) e cerca una soluzione che trova nella produzione di una nuova droga sintetica.

Per attuare il suo piano ha bisogno di altre menti, tutte alle prese con lavori sottopagati e lontane dalle loro attitudini; l’attività prende velocemente piede, ma col successo, oltre a tanti soldi, arriva anche il problema di gestirlo, tanto più se il malavitoso Murena (Neri Marcorè) mette loro gli occhi addosso.

 

Paolo Calabresi, Edoardo Leo

Smetto quando voglio (2014): Paolo Calabresi, Edoardo Leo

 

Si respira un clima di “cazzeggio” generalizzato che prende il largo appena il “piano” parte e dopo un’introduzione che può contare su una serie di singolari teatrini visto che ogni personaggio ha un suo vissuto, similare per la situazione, ma con sempre qualche variazione sul tema.

Personaggi fuori posto nel mondo tarpato del lavoro, ma anche nel nuovo “impiego”, una banda del buco che non può esimersi dal combinare casini sempre più eclatanti, tra chi perde del tutto il controllo, chi si ritrova sposato e chi deve salvare la propria compagna rapita.

Solo quando bisogna risolvere tutti i conti aperti si perde un po’, una risoluzione non povera di idee, ma nemmeno brillante in tutte le sue pieghe.

E finalmente c’è un cast non “copia incolla”, che pesca un po’ ovunque ed abbastanza bene; accanto al lanciato Edoardo Leo, che stiamo vedendo un po’ ovunque, è una sfida tra talenti; il debordante Stefano Fresi, a tratti vero e proprio mattatore fuori controllo (esilarante), la faccia da schiaffi di Libero di Rienzo (scelta quanto mai appropriata), il latineggiante Valerio Aprea e Paolo Calabresi espressivamente sempre un programma, senza dimenticare la presenza di Valeria Solarino e l’anomalia del personaggio di Neri Marcorè, giusto un paio di sequenze, ma inserite senza cadere nel ridicolo.

Così, “Smetto quando voglio”, è un lavoro che comunica vitalità, con qualche (evitabile) leggerezza, scelte fotografiche non prive di personalità ma che producono un effetto straniante, con tante idee, non sempre organizzate e congrue, ma almeno non si tira mai indietro e poi il più delle volte riesce a sfondare procurando spontanea ilarità.

Su tutto, ispira simpatia e questa è già una vittoria.

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