Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
Una serie di eccellenze accademiche italiane si riuniscono per il famoso piano B esistenziale: visti i soprusi e l’assenza di meritocrazia nell’Italia odierna, Pietro e i suoi colleghi s’inventano una nuova droga sintetica (e legale) con cui si arricchiscono. Arriveranno però le problematiche di mantenere un certo stile di vita…
La caterva di nomination ai David di Donatello e il grande successo di pubblico di questa opera prima filmata Sydney Sibilia, si giustificano con l’inusitata capacità che ha questa commedia di innovare il genere italico odierno più florido, uscendo tuttavia dai soliti cliché e dalle solite linee guida. Smetto quando voglio, oltre ad essere un film privo di volgarità e dal grande acume, è capace di parlare di precarietà con un piglio caustico ed una sagacia innovativa. La sceneggiatura tiene bene, ed anche il finale, nel quale si tirano le fila e tutto viaggia verso un doveroso happy end, è ben congegnato. Bravi gli attori, soprattutto Stefano Fresi e Pietro Sermonti. Benissimo Sergio Solli, nel ruolo del viscido barone universitario assoggettato alla politica. La fotografia ingiustificatamente parossistica di Vladan Radovic stona col contesto morigerato.
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