Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
Verrebbe da dire «finalmente». Finalmente una commedia italiana convince pur utilizzando un pretesto già abusato, quello del precariato qui declinato nell’ancora più “pericolosa” variante universitaria, per costruire una classica storia da colpo grosso - a volte un po’ meccanica (quindi meglio lasciar perdere i riferimenti a Breaking Bad con cui condivide solo il tema della droga) - con i suoi altrettanto tipici eterogenei membri della banda. Il tentativo, apprezzabile nella sua spudoratezza, di recuperare il gusto attoriale di I soliti ignoti mischiandolo con una certa estetica statunitense, tra i flashback e le riprese di Roma dall’alto con la calda fotografia di Vladan Radovic, una volta tanto non stona in un film che riesce pure a far (sor)ridere. Merito dell’esordiente salernitano Sydney Sibilia che aveva già convinto con il corto Oggi gira così, stesso sceneggiatore, Valerio Attanasio, e produttore, Matteo Rovere ora in coppia con Domenico Procacci. Così come è interessante la scelta degli attori, da cortocircuito tra tv e web con mezzo cast di Boris (Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Pietro Sermonti) e gli ideatori di The Pills, ma anche Neri Marcorè nel suo esordio da villain (se non si considera la voce di El Macho in Cattivissimo me 2). Al centro del film rimane la figura sempre più solida di Edoardo Leo, così stralunatamente pragmatico. Ma ogni spettatore avrà modo di trovare il suo carattere/interprete preferito (bravo Guglielmo Poggi in un ruolo minore).
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