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Smetto quando voglio

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio

di diomede917
8 stelle

Cinematograficamente parlando l'Italia è la patria dei Soliti Ignoti, un classico della commedia che nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento per gli addetti ai lavoro mondiali.
Smetto quando voglio aggiorna questo filone e lo fa alla grande.....
Non facendo un opaco remake ma un film con una propria personalità e che ci fa andare al cinema finalmente a vedere un film che non solo fa ridere ma che ha un impianto narrativo più che solido con situazioni e dialoghi al vetriolo.
Non solo, anche da un punto di vista registico nonostante stiamo parlando di un'opera prima il film ha dei connotati stilistici ben delineati che ha dei chiari rimandi  al recente cinema americano da rapina.
I nuovi soliti ignoti sono un gruppo di laureati col massimo dei voti, degli autentici geni nel proprio ambito che purtroppo non sono riusciti a trovare un proprio ruolo nella società e sopravvivono con stipendi miseri e con lavori umilianti.
Ma un bel giorno, colto dalla disperazione del non rinnovo della precaria carica di ricercatore universitario, Pietro Zinni ( un Edoardo Leo in una crescita esponenziale) decidere di mettere su una banda che spacci una droga legale.
Inizia così un percorso pseudo delinquenziale di persone che hanno fatto della cultura e del sapere il loro credo adattandolo alla vita da romanzo criminale.
Il regista Sydney Sibilia è bravissimo a creare situazioni dove quanto contrasto è evidente (dalle discussioni in latino tra i due benzinai, al chimico sotto effetto Extasy che si trasforma in un delinquente alla Tarantino o Scorsese, al colloquio di lavoro dallo sfascia carrozze di Pietro Sermonti fino all' esilarante rapina in farmacia armati di residuati bellici).
Il tutto con un cast affiatatissimo, molti di loro facevano parte del cast di Boris, che sono il vero valore aggiunto capaci di rendere credibile una storia bordeline sulle difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro di menti eccelse le quali spesso e volentieri sono costrette alla cosiddetta fuga di cervelli.
Un'opera prima di grande valore che fa ben sperare nel futuro del nostro cinema
Voto 7+++ che può essere quasi e mezzo

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